L'INTERVISTA
venerdì 15 Dicembre, 2023
di Donatello Baldo
Simone Marchiori, segretario delle Stelle Alpine. Ultimo tassello della giunta Fugatti, nominato solo due giorni fa come assessore esterno.
Quella mattina c’era in corso il Consiglio provinciale. L’aspettavano tutti ma non si è fatto vedere. Che cos’è successo?
«Diciamo che la giornata è stata impegnativa e piuttosto faticosa. Una girandola di emozioni».
Sembra quasi che non se lo aspettasse, quando invece se ne parlava da giorni del suo ingresso in giunta. Insomma, non è stata una sorpresa.
«In un certo senso sì. Perché davvero mi sono rimesso alle decisioni del mio partito e alla decisione ultima del presidente Fugatti. Il partito ha deciso che tra la presidenza del Consiglio e l’assessorato si sceglieva quest’ultimo ruolo. E il presidente ha scelto il nome. Perché su questo voglio essere chiaro…».
Chiarisca.
«Fin dall’inizio l’obiettivo era quello di dare al Patt il giusto peso, e da segretario ho lavorato per ottenerlo. Ho lavorato per questo, non per la singola persona».
E quindi, quando ha saputo che era stato scelto lei?
«Mercoledì mattina, quando Fugatti ha firmato il decreto. Ero a scuola, facevo lezione, e ho sentito il telefono squillare. E poi altre mille telefonate, tra cui moltissime di voi giornalisti. Ho capito che era successo qualcosa, e ho immaginato subito cosa…».
Ora la scuola dovrà lasciarla almeno per i prossimi cinque anni.
«Ecco, su questo vorrei ringraziare tutti i colleghi che in questo periodo mi hanno supportato e affiancato, anche nell’eventualità del mio ingresso in giunta. Perché non ci fosse una brusca interruzione del programma didattico. E posso dire che da una parte mi spiace lasciare l’insegnamento: un lavoro che mi piace tantissimo e che svolgo con passione».
Ora ha un nuovo incarico. È assessore provinciale.
«Non l’ho ancora realizzato del tutto, anche se fin da subito mi sono attivato per incontrare i dirigenti, per mettermi al lavoro, iniziando a studiare tutti i dossier. E devo dire che sto sentendo sempre più forte la grande responsabilità che mi assumo davanti a tutti i trentini. Anche perché so di avere gli occhi puntati addosso, com’è giusto che sia».
C’è anche chi punta il dito e critica aspramente la decisione di Fugatti di aver «pescato» tra i politici per un assessorato tecnico.
«Qui però c’è un po’ di confusione. La legge non parla di “tecnico” ma di “esterno” al Consiglio provinciale. E in ogni caso la scelta l’ha fatta Fugatti, e lui stesso ha giustificato questa sua decisione».
Anche con parole lusinghiere. Ha affermato che la sua presenza in giunta, come segretario delle Stelle Alpine, dà alla giunta un’investitura autonomista.
«Parole che ovviamente mi hanno fatto piacere, ma che credo si riferiscano non tanto a me ma al valore aggiunto che porterà il Patt nell’orientamento della giunta, ovviamente in senso autonomista».
C’è però chi dice che con la presenza in giunta di Fratelli d’Italia l’asse sia con i nazionalisti, con i neo-centralisti. Altroché autonomia. Cosa risponde?
«Dico che basta guardare la composizione della stessa giunta per capire quanto valga il peso delle varie forze politiche. E quelle autonomiste e territoriali sono di gran lunga maggioritarie. Ma la questione non è solo nei numeri: è di impostazione, di orientamento politico. E la presenza del Patt nel governo del trentino è significativa in questo senso».
Senta, lei è il terzo dei non eletti. Poteva essere scelto chi la precede nelle preferenze. Anche tra gli eletti. Insomma, Walter Kaswalder se l’è un po’ presa.
«Nessun passaggio è stato fatto per favorire questo o quello, perlomeno da parte mia. L’obiettivo, lo ripeto, era di dare forza e rappresentanza alle Stelle Alpine».
Kaswalder dice che era tutto previsto, e lui è senza un ruolo.
«Io posso dire che di previsto non c’era nulla. E sono certo che ci sarà spazio per valorizzare tutti e per proseguire assieme sul percorso comune già avvitato con le tre forze politica: il Patt, Progetto Trentino e gli Autonomisti popolari di Kaswalder. Io in questo percorso ci credo davvero».
Ma quando Kaswalder dice che era tutto già deciso, è vero? L’accordo con Fugatti qual era? Già dall’inizio si era deciso per i due ruoli al Patt?
«Non c’era alcun accordo su careghe o persone»
Le sue deleghe, anche quelle una sorpresa? Oppure sono state frutto di una trattativa?
«No, nessuna richiesta, nessuna trattativa per avere questa o quella competenza. Ma i temi che dovrò trattare come assessore sono centrali, importanti».
Soprattutto le Politiche per la casa. Quindi il tema del dilagare degli affitti brevi che riducono l’offerta di abitazioni per i residenti, la gestione di Itea molto criticata in questa ultimamente…
«Non posso però parlare ora di questi temi. Questo per me è il momento dello studio e dell’approfondimento. Poi partiremo con le proposte, così da poter dare riposte concrete».
Sulla delega alla Promozione della cultura autonomista però può parlarne subito. Questa delega è stata cucita su di lei.
«Delega molto significativa, importantissima per rendere partecipi i cittadini al governo del Trentino. L’autonomia è questo, il governo della propria terra, ed è giusto che si sappia e che questo venga valorizzato. Il fatto che Fugatti abbia deciso di creare questa delega e affidarla a me, del Patt, testimonia quello che dicevamo prima, che l’orientamento di questa giunta è autonomista. E che le Stelle Alpine hanno fatto breccia».
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