la condanna

sabato 16 Dicembre, 2023

Uccise il custode forestale, condannato all’ergastolo David Dallago. In lacrime i figli di Iob

di

La corte d’Assise ha condannato ieri il boscaiolo, dopo quasi 4 ore in camera di consiglio

Quando, dopo quasi quattro ore di camera di consiglio, giudici togati e popolari sono rientrati in aula e la presidente Claudia Miori ha iniziato a leggere la sentenza che lo condannava all’ergastolo, al massimo della pena che aveva sollecitato anche la Procura, David Dallago, mani puntate sul tavolo, ha scosso ripetutamente la testa. Il boscaiolo di 38 anni di Mollaro di Predaia non ha proferito parola, nessun commento, ma il suo gesto di dissenso era quanto mai eloquente, lui che ha sempre cercato di scrollarsi di dosso quella pesante accusa di omicidio pluriaggravato, di aver ucciso nella frazione di Banco di San Zeno il custode forestale Fausto Iob, ripescato morto nel lago di Santa Giustina il 5 giugno 2022. E mentre si allontanavano dal tribunale i genitori dell’imputato, presenti fin dall’apertura dell’udienza, in aula i parenti della vittima si sono sciolti in lacrime e abbracci. La Corte ha riconosciuto una provvisionale di 210mila euro «immediatamente esecutiva», quindi una prima trance di risarcimenti, ai familiari che si erano costituiti parte civile con gli avvocati Lorenzo Eccher, Paolo Mazzoni e Danilo Pezzi (la richiesta era di 900 mila euro totali). I giudici hanno disposto intanto 60mila euro a testa ai due figli di Iob, 40mila a un fratello e una sorella e 10mila al nipote, più le spese di costituzione in giudizio. Il resto verrà stabilito in sede civile. Dallago dovrà anche pagare le spese processuali e di custodia cautelare.
Difesa convinta dell’innocenza
Ci ha provato strenuamente l’avvocata di Dallago, Angela Domenichelli, ieri, nella sua arringa durata due ore e mezza, a sollevare «molti dubbi», «una marea di dubbi», a smontare punto su punto il castello accusatorio a suo dire «privo di fondamento», parlando di «omissioni investigative inspiegabili», di «un’indagine viziata dal mero sospetto». Quello cioè innescato da uno dei due figli della vittima che aveva raccontato che il padre, il 2 giugno, aveva sorpreso un boscaiolo con un bilico di legna rubata. Un’indagine che, per la difesa, «gira attorno all’unico fatto certo e confessato da Dallago» e cioè il furto di legname del valore di 300 euro. E, ancora, il dito è stato puntato contro «un’imputazione acefala, monca», tanto da invocare la «violazione del diritto di difesa per una condotta del tutto ignota» e da arrivare a chiedere ai giudici «come fate a condannare una persona senza sapere come può aver ucciso?». Una persona, Dallago, che secondo l’avvocatessa appunto, non poteva aver commesso il delitto quel 3 giugno 2022 in cantiere, dove si era trovato con il custode per verificare le piante da tagliare. «È scientificamente impossibile abbia messo in atto l’omicidio» dichiara il legale. Dallago lo avrebbe fatto «senza lasciare tracce, senza sporcare il corpo, riuscendo a caricarlo in auto, a trasferirlo per un tratto, fino allo slargo della pista ciclabile, per scaricarlo e trascinarlo per cento metri nella valletta, per un tratto in discesa, e buttarlo nel lago. Il tutto in soli 15 minuti e con un corpo sanguinante che avrebbe prodotto una sola macchia». Alla lettura del dispositivo, che ha ricalcato le richieste del pm Antonella Nazzaro, Domenichelli si è limitata a dire: «È una sentenza inspiegabile, non me lo aspettavo, non rimane che attendere il deposito delle motivazioni». Scontato l’Appello.
Il massimo della pena
Il boscaiolo è stato riconosciuto colpevole di omicidio pluriaggravato e furto: nel giugno del 2022 avrebbe aggredito per vendetta, con «almeno 18 colpi» inferti alla nuca con un’arma contundente, forse un martello (mai trovato) Fausto Iob, il custode forestale dell’orso nel santuario di San Romedio, che lo aveva sorpreso a rubare legname di proprietà del Comune di Sanzeno. L’imputato, secondo l’accusa, avrebbe gettato il custode agonizzante nel lago di Santa Giustina, dove è morto annegato. A Dallago è stata riconosciuta l’aggravante dei futili motivi e dell’aver agito contro un pubblico ufficiale. Sono invece cadute le aggravanti dell’abuso di prestazione d’opera e dell’aver agito per assicurarsi profitto e impunità. Per il boscaiolo è scattata anche l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici ed è stata dichiarata decaduta dai giudici la sua responsabilità genitoriale. Giudici togati e popolari hanno anche disposto la trasmissione degli atti alla Procura per uno dei testimoni, un imprenditore del legname, per il reato di falsa testimonianza.
«È emersa la responsabilità di Dallago per l’omicidio di Iob, siamo molto contenti per la famiglia, contenti per la giustizia» il commento dell’avvocato Eccher. «Il processo si è concluso con una sentenza che ci aspettavamo — dichiara l’avvocato Mazzoni — I due figli sono sollevati da questo pronunciamento e ringraziano la Procura, i carabinieri di Cles, di Trento e i Ris di Parma per le indagini svolte. Purtroppo però il rapporto parentale è andato perso: non potranno più riavere il loro papà».