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venerdì 22 Dicembre, 2023

Rsa, a partire dal 2024 le rette si alzeranno fino a 90 euro al mese. Tonina: «Incremento necessario»

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Ok della Provincia all’aumento della quota alberghiera a carico di 4.200 famiglie trentine

Aumenti fino a un massimo di 90 euro al mese, in pratica oltre mille euro all’anno. A partire dal 2024 le famiglie dei 4.200 ospiti delle case di riposo (Rsa) dovranno pagare di più. Ieri la giunta provinciale ha dato il via libera all’incremento della quota alberghiera. «Un incremento necessario dettato dall’inflazione», spiega l’assessore provinciale alla salute Mario Tonina, che ha recepito una delle principali richieste arrivate da Upipa (Unione provinciale istituzioni per l’assistenza), a cui fanno capo 42 Apsp (Aziende pubbliche di servizi per la persona). «Ci rendiamo conto che è un peso per le famiglie, però siamo altrettanto convinti che sia comprensibile un aumento molto più basso rispetto al tasso dell’inflazione», dice la presidente di Upipa, Michela Chiogna.
In particolare, nella delibera approvata ieri pomeriggio dalla giunta, si permette di applicare due tipologie di aumento alla luce dell’incremento dei prezzi. Gli enti gestori che hanno una retta alberghiera base 2023 inferiore alla media ponderata (48,97 euro) potranno aumentare la quota al massimo di 3 euro al giorno, purché la retta non superi quota 50,97 euro. Mentre i gestori che hanno una retta alberghiera base 2023 superiore alla media ponderata potranno aumentare la quota al massimo di 2 euro. Dunque, gli incrementi saranno nell’ordine di 60-90 euro al mese. Invece la retta sanitaria, quella a carico della Provincia, rimarrà invariata. «In questo momento non ho risorse a disposizione per intervenire su questa retta, ma ho preso l’impegno di fare delle verifiche», spiega l’assessore.
Parzialmente soddisfatta Upipa. «Prendiamo atto che non è stato possibile prevedere un aumento della retta sanitaria, ma abbiamo colto positivamente l’attenzione dell’assessore nei confronti della nostra realtà — commenta Chiogna — Le rette erano sostanzialmente ferme dal 2015. Negli anni scorsi non c’è stato il coraggio di aumentarle, nonostante avessimo richiesto di fare un graduale aumento rispetto a un’inflazione crescente». Un aumento «necessario per mantenere i livelli di qualità che ci siamo impegnati a mantenere», conclude Chiogna.
Nella stessa delibera la giunta provinciale ha definito anche la spesa complessiva per le Rsa (residenze sanitarie assistenziali) per il 2024 a carico del Servizio sanitario provinciale: ammonta a 143 milioni e 254 mila euro. Il bilancio è rimasto pressoché invariato, salvo l’adeguamento a 120 mila euro del finanziamento integrativo per le case di risposo che svolgono attività di rieducazione funzionale a favore di utenti esterni convenzionata con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari (+ 20 mila euro rispetto al 2023).
Sono state invece prorogate per sei mesi le direttive triennali 2021-2023 alle Aziende pubbliche di servizi alla persona (Apsp) per il conseguimento degli obiettivi di razionalizzazione e qualificazione delle spese, in scadenza il prossimo 31 dicembre. L’assessore Mario Tonina si è preso tempo per ascoltare gli attori in campo e delineare le nuove direttive. «Come preannunciato anche recentemente intervenendo all’assemblea annuale di Upipa — dice Tonina — ho ritenuto, di concerto con la giunta, prorogare di sei mesi i termini di tali direttive perché ritengo utile oltre che opportuno, in considerazione del recente insediamento, capire gli strumenti e le azioni migliori su cui incentrare il lavoro nel prossimo triennio e quali misure di contenimento ed efficientamento da richiedere alle Apsp, anche coinvolgendo ed ascoltando gli enti e dei professionisti del settore».
Complessivamente in Trentino si contano 4.000 posti nelle case di riposo Upipa e i 500 nelle strutture gestite dalla cooperativa sociale Spes, compresi i 300 posti a pagamento.