i consigli di lettura
sabato 23 Dicembre, 2023
di Carlo Martinelli
No, cari lettori. Non ci facciamo trascinare nel gioco di mettere in fila i migliori libri dell’anno che va a spegnersi, come in una di quelle ingannevoli classifiche sulla qualità della vita che pure tanto interesse parrebbero suscitare.
I libri più meritevoli nella sterminata pattuglia delle 70 mila novità all’anno sfornate in Italia per parte nostra li avete trovati qui, ogni settimana. Oggi quattro titoli, degni di salutare l’anno che tramonta.
Uno. Un romanzo straniero di struggente bellezza e forza, un gioiello che si legge d’un fiato, con un passaggio da mandare a memoria: «la testa è un camino, la vita un lungo inverno, e i ricordi e i libri sono ceppi da ardere. In questo mondo di apparenze, le cose più preziose sono quelle che costano meno. Un libro, un abbraccio, l’amore».
«Bell’abisso» di Yamen Manai (edizioni e/o, 124 pagine, 14 euro) è un racconto in prima persona, fatto da un adolescente di Tunisi. Spiega meglio di cento saggi sociologici e di qualsivoglia dissertazione politica o economica, la febbre che lacera i paesi del Nord Africa che si affacciano sul Mediterraneo. Yamen Manai – nato nel 1980 a Tunisi, vive a Parigi, è ingegnere delle nuove tecnologie informatiche e miete premi con i suoi romanzi – racconta con passione il crudele risveglio al mondo di un adolescente che si ribella alle ingiustizie. Fortunatamente, ha Bella. Tra loro, un amore incondizionato e l’esperienza del disprezzo in una società che ripudia i più deboli. «Tornavo da scuola quando ho incontrato Bella per la prima volta. Un pomeriggio uggioso di novembre. Io un ragazzino triste, gracile, una faccia da schiaffi, testa bassa, la paura nella pancia e, ogni tanto, la voglia di farla finita». Amerete questo ragazzo, amerete Bella, amerete questo libro.
Due. Un saggio che conferma il talento romanzesco (sì, un saggio che si legge come un romanzo) di Steve Brusatte, professore all’Università di Edimburgo, paleontologo tra i più famosi e apprezzati della sua generazione, un signore che ha dato il nome a più di quindici specie di dinosauri e a diverse specie di antichi mammiferi. Suo, nel 2018, «Ascesa e caduta dei dinosauri».
Ora, ideale continuazione, ecco «Ascesa e trionfo dei mammiferi» (UTET, 562 pagine, 29 euro).
Il racconto di una nuova epopea: più di 200 milioni di anni fa, quasi in contemporanea ai primi dinosauri, anche i mammiferi fecero la loro comparsa. Sembrerebbero quelli di oggi, peccato che fossero spesso assai diversi: non solo mammut lanuginosi e tigri dai denti a sciabola, ma pseudoelefanti grandi come barboncini, strani incroci tra cavallo e gorilla, similrinoceronti dal collo lunghissimo, protobalene che camminavano lente sulla terraferma.
Un brulicare di esseri meravigliosi, giganteschi o piccolissimi, altrettanto vari e favolosi quanto sono ai nostri occhi, oggi, i dinosauri.
Il lungo e appassionante prologo di una storia che è la nostra.
Tre. Keller editore da Rovereto ha conquistato l’Italia, è risaputo. Pochi giorni fa il Comitato Scientifico del Premio nazionale di divulgazione scientifica ha assegnato un riconoscimento speciale ad «Avventurieri in terre lontane» edito appunto da Keller.
All’autore Raimund Schulz il Premio come miglior opera tradotta (Alice Rampinelli la traduttrice). Eppure, sorpresa. Ora Keller sforna anche un fumetto, tutt’altro che «facile», maledettamente potente.
«Black Box Blues» di Ambra Durante (traduzione di Roberta Gado, 19 euro) segna il debutto nel mondo del comic di una autodidatta nata a Genova nel 2000, cresciuta bilingue, ora a Berlino. Il suo è uno stile inconfondibile, solo all’apparenza semplice ed ingenuo.
La scatola nera è quella dove le ragazze e i ragazzi vedono affastellarsi il tema della salute mentale e argomenti come l’impotenza, la depressione e le terapie.
Ambra Durante apre la scatola nera ed intona, con la forza espressiva di un disegno primitivo, un blues di lacerante poetica suggestione.
Quattro. Lo sport: non quello urlato, televisivo, anfetaminizzato, tatuato, danaroso.
«A futura memoria» di Massimiliano Castellani e Adam Smulevich (Minerva, 182 pagine, 18 euro) mette in fila “storie di sport, lezioni di vita”: un racconto che parte dalla razzia nazista del 16 ottobre 1943 al Ghetto di Roma, ripercorrendo le vicende di pugili ebrei di Roma che reagirono alla persecuzione nazifascista con dignità e coraggio.
Ma c’è anche la storia della ginnasta ungherese Ágnes Keleti, la cui determinazione ha resistito ai totalitarismi del Novecento.
Sono venti le lezioni di vita con tanti piccoli grandi eroi. Un percorso che va dal calcio al ciclismo, dal tennis al basket. Con l’atleta israeliano Shaul Ladany, sopravvissuto bambino alla deportazione in lager e poi all’attentato palestinese che insanguinò i Giochi Olimpici di Monaco 1972.
Con gli educatori del Roma Club Gerusalemme, sodalizio pluriconfessionale che ha costruito progetti di convivenza nel segno del calcio, unendo bambini con la kippah o dai nomi arabi. Le imprese ciclistiche di Marshall «Major» Taylor, “il negro volante” che lottò contro i pregiudizi feroci di una parte d’America, ma anche l’impegno dell’ex star Nba Charlie Yelverton, dagli Usa in cui è nato all’Italia, sua patria adottiva. Fino ai colpi del tennista tedesco Gottfried von Cramm, deciso oppositore della svastica.
Festività
di Margherita Montanari
L'altoatesino del ristorante Flurin di Glorenza porta in tavola la sua idea del pranzo del 25 dicembre. «Si possono cucinare ricette buonissime anche senza usare ingredienti costosi. Un grande classico sono le lasagne»