la storia

domenica 24 Dicembre, 2023

Il Natale di don Massimiliano Detassis: «Celebrerò 4 messe. Il pranzo? In canonica con i miei amici»

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Tra spiritualità e intenso lavoro, il racconto del sacerdote che tra il 24 e il 25 dicembre condurrà quattro funzioni sull’Altopiano della Paganella

Il Natale è un tempo carico di spiritualità, ma anche di intenso lavoro per un prete. Don Massimiliano Detassis, 38 anni, ordinato sacerdote nel 2016, celebrerà quattro messe sull’Altopiano della Paganella, tra Spormaggiore, Fai, Cavedago e Andalo. Due messe il 24 e altre due il 25. «Per noi preti il periodo è abbastanza standard. Non abbiamo tanta possibilità di variare. Siamo ancorati all’ossatura liturgica della vita delle nostre parrocchie», considera don Massimiliano, che copre l’altopiano insieme a don Daniel Romagnuolo.
Ma tra una celebrazione e l’altra c’è spazio anche per i propri amici. «Dopo la messa della domenica mattina verranno alcuni amici in canonica, a Spormaggiore — dice il don — Festeggeremo con un pranzo semplice». E poi si giocherà a tombola? «No no, meglio una passeggiata al sole. La zona della Paganella è molto bella, perché rimanere al chiuso?».
Il Natale di un sacerdote inizia con la sera della Vigilia. «Avremo le messe in due comunità, con i classici brindisi offerti dalle Pro Loco, dagli alpini e dai vigili del fuoco volontari, che sono molto presenti e attivi — spiega il don — Io, in particolare, sarò a Spormaggiore alle 21 e a Fai alle 23. È un momento magico in cui le comunità si incontrano e si dimenticano delle fatiche di tutti i giorni».
Poi il giorno di Natale «avremo le messe nelle varie comunità dove non abbiamo celebrato il giorno prima — prosegue — Io andrò a Cavedago alle 10.30 e poi ad Andalo alle 18.30».
Dopo la celebrazione della mattina, appunto, «tornerò in canonica con alcuni amici per il pranzo». Una pausa dal lavoro. «Sì sicuramente è un giorno di intenso di lavoro, ma lo facciamo per la gente e con la gente — dice don Massimiliano — Gli impegni sono tanti, ma è un’occasione per spendersi al meglio, e anche per divertirsi per certi versi. Cerchiamo di rendere questo momento una bella festa per tutti e di far respirare qualcosa di speciale alle nostre comunità».
Un ricordo di Natale di quando si era bambini? «Ricordo sicuramente la magia della neve e, se non arrivava, il desiderio che arrivasse per rendere più magica l’atmosfera — dice il don — Un desiderio che permane tutt’oggi, credo per tutti. Anche se i tempi sono cambiati».
Ora il Natale è dedicato interamente alle proprie parrocchie, alle proprie comunità. «Per la gente e con la gente», ripete don Massimiliano. «Un augurio? Che sia per tutti un’occasione di rinascita gioiosa dello spirito, e non solo della pancia — conclude — Il Natale è un’occasione per mettere da parte tante cose che ci disturbano».