L'intervista

mercoledì 27 Dicembre, 2023

Fratelli d’Italia, dopo le scintille interne tempo di nuovi inizi. De Bertoldi: «Congresso subito a inizio anno»

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Il deputato auspica che si faccia presto un congresso, già «nei primi mesi del 2024». Al contrario dell’attuale commissario provinciale Alessandro Urzì

La base del partito, stufo dei continui commissariamenti, lo reclama. E ora anche il deputato trentino di Fratelli d’Italia Andrea de Bertoldi auspica che si faccia presto un congresso, già «nei primi mesi del 2024». Al contrario dell’attuale commissario provinciale Alessandro Urzì, che era stato più cauto sui tempi (il T del 13 dicembre). Intanto il deputato lancia un segnale alla coalizione in vista delle prossime elezioni comunali, in primis Rovereto: «Non si facciano regali al centrosinistra come in passato».

A Roma il centrodestra si è spaccato sulla ratifica dell’accordo di riforma del Mes (Meccanismo europeo di stabilità). Fratelli d’Italia e Lega hanno votato contro, Forza Italia e Noi Moderati si sono astenuti. E il ministro leghista dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha definito improprio il «no». L’unità scricchiola?
«La coalizione non è una caserma. Possono esserci posizioni differenti su alcune tematiche. È il caso del Mes. Forza Italia è sempre stata a favore del Mes, eppure Forza Italia era al governo con la Lega, mentre Fratelli d’Italia è sempre stata contraria. Da liberale non ci trovo nulla di male. Ricordo che nessun governo aveva proceduto alla ratifica. La ratifica della riforma del Mes avrebbe trasformato il meccanismo “salva Stati” in “salva banche”. E come ha detto Meloni, il Mes doveva andare di pari passo con la riforma del Patto di stabilità, ma in quest’ultimo caso molte nostre richieste non sono state accolte».

Non ratificare un accordo firmato dai governi degli Stati membri nel 2021 non rischia di minare la credibilità di un Paese?
«Se la sottoscrizione del governo fosse stata vincolante, allora sì sarebbe un passo indietro. Ma in questo caso l’accordo necessitava di un consenso del Parlamento, e fino a prova contraria il Parlamento è sovrano. Inoltre il governo Conte II aveva proceduto alla firma dell’accordo senza mandato parlamentare perché era stato già sfiduciato. Comunque, se nei prossimi mesi l’Europa dovesse avere posizionamenti diversi sul Patto di stabilità il Mef potrà essere rivisto. Le elezioni europee potrebbe dare anche una diversa caratterizzazione politica all’Europa».

Ecco le elezioni europee rappresentano un altro terreno dove si stanno manifestando le divisioni all’interno del centrodestra. Fratelli d’Italia (Conservatori) e Forza Italia (Popolari) fanno fronte comune e la Lega (nazionalisti-sovranisti) viaggia su un altro binario.
«Le elezioni europee sono assolutamente proporzionali. È normale che ogni partito tenda a privilegiare i propri elementi caratterizzanti, sia a destra che a sinistra. Il nostro posizionamento non prevede un’alleanza con i Socialisti. E neanche Forza Italia vuole allearsi con loro. Lo ha fatto solo perché non c’erano le condizioni per la maggioranza».

E se non ci fossero di nuovo le condizioni?
«Bisogna giocare con le carte che si hanno. È ovvio che una guida all’Europa bisognerà darla».

Sul fronte economico, i segnali per il 2024 non sono buoni, né in Europa né in Italia. La preoccupa questa situazione?
«Il quadro internazionale non è semplice e Paesi molto più strutturati del nostro, come della Germania, hanno particolari problemi. Però voglio rivendicare che l’Italia eccelle in tutti i suoi indicatori, dal lavoro stabile al lavoro femminile, dalla propria Borsa di Milano alla diminuzione dell’inflazione. Mi preoccupa che l’Europa voglia tornare sulle posizioni di austerity: questo potrebbe essere un macigno. Gli investimenti virtuosi, favorevoli alla crescita, all’efficientamento energetico e all’ammodernamento del Paese, non dovrebbero rientrare nel calcolo debito/Pil».

In Trentino, nella sua relazione al bilancio, il governatore Maurizio Fugatti ha indicato tre priorità per questa legislatura: salari, casa e natalità. Condivide questa impostazione? FdI su quali temi vuole e può incidere?
«Condivido assolutamente i temi indicati, che mi permetto di dire rientrano tra le priorità del governo Meloni anche a livello nazionale. Lo dimostra il fatto che ben due terzi della legge di bilancio sono stati volutamente destinati alla riduzione del cuneo fiscale per il lavoratori dipendenti ed alla diminuzione delle aliquote Irpef, proprio per tutelare il salario, che è stato eroso dai fenomeni inflattivi, e che per di più sconta molti anni di mancati rinnovi contrattuali . Il tema della casa e della natalità sono poi strettamente connessi, in quanto la disponibilità di una abitazione è un primo punto di partenza per le nuove famiglie . Lo dico anche da consigliere economico e giuridico del ministro per la famiglia e la natalità Eugenia Roccella, ribadendo inoltre che l’inverno demografico rappresenterà il maggior problema per chiunque dovrà affrontare la politica economica dei prossimi anni. Il centrodestra, lo dimostra Meloni a Roma come Fugatti in Trentino, si farà carico di questa emergenza alimentando ulteriormente le disponibilità per le famiglie e la natalità. Ricordo che nella legge di bilancio sono previste importanti misure per oltre 1 miliardo di euro, che introducono ad esempio la decontribuzione delle lavoratrici già a partire dal secondo figlio, l’introduzione di un ulteriore mese di congedo parentale nonché l’aumento dei fondi per il sostegno degli asili nido».

Dopo lunghe settimane di attriti, Lega e FdI hanno trovato un accordo sulla composizione della giunta provinciale. Qual è il suo giudizio sull’epilogo della trattativa? La perdita di un assessorato (uno anziché due) non riduce il peso di FdI nella “stanza dei bottoni”?
«Le trattative per la giunta provinciale rappresentano una fase consueta del processo democratico elettorale: a Roma avvengono attraverso la formazione del governo, con ministri e sottosegretari, a Trento con gli assessori. Le scelte dei relativi equilibri competono agli organi delegati dal partito a Roma».

La fuoriuscita dal gruppo di FdI da parte di Claudio Cia non rischia di indebolire FdI? Poteva essere evitata?
«La fuoriuscita del consigliere provinciale Claudio Cia deriva dalla fase di trattativa».

Dopo cinque anni di commissariamento la base del partito chiede il congresso: lo ritiene utile? Ci sarà nel 2024?
«Il congresso è il massimo momento di democrazia nella vita di una forza politica, e quindi non posso che auspicarne una rapida convocazione nei primi mesi dell’anno, come peraltro è avvenuto in tutto il Paese».

Fratelli d’Italia come si sta preparando alle prossime elezioni comunali? A Rovereto proporrà un proprio candidato sindaco?
«Ritengo che a Rovereto, come in ogni competizione elettorale, il centrodestra debba fare quadrato sulle migliori candidature in tempi rapidi, per poter conseguire un pieno risultato, differentemente da quanto è avvenuto negli scorsi anni, allorché si è fatto un incredibile favore alle sinistre. Naturalmente spetterà come sempre al partito dire l’ultima parola su questo aspetto».

Cosa ne pensa della proposta di revisione dello statuto presentata nei giorni scorsi al governo dalle Province di Trento e Bolzano (e dalle altre speciali). Il governo accetterà il principio dell’intesa?
«Il valore dell’autonomia è per me fondamentale e prioritario. Così credo debba essere per ogni trentino, che ha nel proprio Dna, nella propria storia, i cromosomi dell’autonomia amministrativa. Sono quindi favorevole ad una revisione dello statuto che contempli naturalmente le aspettative dei nostri territori, ma che contemporaneamente rinsaldi il vincolo dell’unità nazionale, che per noi di Fratelli d’Italia è un valore altrettanto importante e determinante. Penso infatti che i due valori siano assolutamente compatibili ed anzi possano rafforzarsi vicendevolmente nel solco della buona amministrazione e della tutela della nostra cultura e delle nostre tradizioni».