Il caso
mercoledì 27 Dicembre, 2023
di Redazione
È stata un’aggressione verbale di una violenza inaudita, avvenuta in un contesto che traspariva tensione già di suo e soprattutto contro una persona che rappresenta un’istituzione. E che procederà a querela. La vittima è stata la sindaca Cristina Santi, coinvolta suo malgrado in un episodio gravissimo accaduto la settimana scorsa pochi minuti prima dell’inizio del consiglio comunale in cui si doveva votare per il Documento unico di programmazione. È lei stessa a raccontare cosa è successo: «Mi stavo dirigendo nell’aula consiliare, ero al telefono con un collega sindaco. Come ormai avviene da parecchio tempo dovevo passare sul ponte della rocca dove stazionano gli ambientalisti con i loro cartelli di protesta. Legittimo, per carità, anche se non è piacevole doversi fare largo e chiedere il permesso per passare e andare in aula. In ogni caso ero al telefono e all’improvviso sento alle mie spalle una presenza che urla nei miei confronti mi insulta, mi rinfaccia lo stipendio che prendo. Mi giro per capire cosa succede e al telefono il collega sindaco si preoccupa e a sua volta mi chiede cosa sta succedendo. Mi si para davanti una figura imponente, incappucciato per il freddo e quindi piuttosto inquietante, intento a riempirmi di insulti. Sono stata colpita con una violenza verbale decisamente fuori dalle righe, in un momento anche particolare di tensione perché in aula dovevamo discutere di un documento importante».
Purtroppo non erano presenti gli agenti di polizia municipale perché la sindaca ha l’abitudine di arrivare in consiglio in anticipo, ma le telecamere hanno ripreso tutto. Certo, la sindaca Santi non è tipo da farsi intimidire facilmente, ma in quel contesto e con quella violenza è ovvio che abbia avuto anche paura. «Continuiamo con piccoli segni, esempi, iniziative, manifestazioni a invitare a cancellare la violenza dalle nostre vite, a moderare i toni, a restare nei limiti di un corretto confronto, poi accadono queste cose che fanno male. Il non essere d’accordo è legittimo, ma il confronto deve sempre prevalere. Ci sono altri comitati con i quali ci si parla, si espongono le idee, ma la correttezza non manca mai. L’esempio può essere il comitato di Sant’Alessandro che è molto critico, ma il rispetto dei ruoli e delle persone non è mai venuto meno. Con altri, invece, non si riesce a instaurare alcun dialogo. E poi il rischio è questo, cioè che la situazione degeneri».
Ora basta, dunque, si è superato un limite invalicabile. Scatterà la denuncia «contro una persona che conosciamo che contro l’amministrazione ha già fatto ricorsi di tutti i tipi contro qualsiasi cosa, persino contro i progetti del Pnrr che portano in città molte risorse economiche. Ma la mia denuncia è soprattutto per stabilire un punto fermo: che mai, anche se ci sono idee diverse e visioni diverse, si deve trascendere nella violenza. Questo è inaccettabile».
La serata a cui si riferisce la sindaca Santi era una di quelle più intense dell’anno, quando cioè in consiglio comunale si discute e si vota il Dup, il documento di pianificazione di un’amministrazione. Il bilancio sarà votato invece a fine gennaio. Sulla compattezza della maggioranza in questo primo round, invece, è intervenuta la Lega che rivendica una visione della città ben precisa.
«L’inutile tentativo di ostruzionismo dei soliti 4 democratici – aggiunge poi il Carroccio – è servito solo a far slittare di qualche ora la votazione finale con emendamenti “invotabili” perché avevano il solo scopo di “ingessare la città” con l’unica conseguenza di far aumentare inutilmente i costi del consiglio comunale. Dal dibattito sono emerse però alcune cose assai interessanti, come l’allusione del consigliere Zanoni a una certa vicinanza tra l’amministrazione Santi a trazione leghista e quella Pd del sindaco Betta facendo invece emergere il vero fallimento politico del coordinatore di Valle a cui interessano più le polemiche in bella mostra sulle vetrine della loro sede invece che cercare un dialogo costruttivo con i cugini arcensi; e il documento che dimostra come il “mostro di cemento” in costruzione nell’area denominata “ex Omkafe” a distanza non più di 10 metri dalle scuole elementari N. Pernici, ha come unico responsabile l’ex amministrazione Mosaner, come del resto tutti gli appartamenti sorti nell’ultimo decennio (altro che difensori del verde e dell’ambiente )».