il lutto

mercoledì 27 Dicembre, 2023

Ala dice addio a Gianfranco Azzolini, fondatore della Fraternità di San Valentino

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Nel giorno di Natale è morto a 88 anni dopo un brevissimo ricovero. Dall’impegno a Mori, paese di origine, alla Jesus Bruderschaft: una vita spesa tra preghiera e povertà

Ha vissuto fino all’ultimo giorno in preghiera e povertà, coerente con la scelta di seguire Gesù intrapresa molti anni fa. Nel giorno di Natale, a 88 anni, si è spento all’ospedale di Rovereto dopo un brevissimo ricovero Gianfranco Azzolini, fondatore della Fraternità di San Valentino di Ala, oasi spirituale che si affaccia sulla valle dell’Adige e fa da porta verso passo Buole.
Era nato a Mori, origine che Gianfranco Azzolini amava fieramente rimarcare con quella sottilissima ironia che metteva sempre nei dialoghi con i suoi interlocutori. Cresciuto in una famiglia dove si predicava più Marx che il Vangelo (papà Quirino è stato uno dei fondatori della locale sezione del Pci), aveva abbracciato la fede durante un periodo di malattia, sostenuto anche dalle frequenti visite del cappellano. Un incontro, quello con la parola di Gesù, che lo aveva via via spinto verso scelte sempre più radicali.
Negli anni giovanili si era prodigato su più fronti, spinto anche dalle novità del Concilio Vaticano II: dai gruppi giovanili in paese all’impegno a favore degli zingari, passando per le iniziative ecumeniche del Sae. Al punto che il vescovo Alessandro Maria Gottardi lo chiamerà, unico laico, come incaricato diocesano del neonato Ufficio per l’ecumenismo, diretta conseguenza del mandato che papa Paolo IV aveva affidato alla diocesi di Trento nell’udienza dell’8 marzo del 1964.
Dipendente dell’allora Cassa Rurale di Mori, dopo quindici anni si era licenziato per dedicarsi totalmente alla vocazione religiosa, vivendo per dieci anni (cinque in Germania e cinque a Roma) nella Jesus Bruderschaft, comunità ecumenica protestante. Nel 1980, sempre su richiesta di Gottardi, il rientro in Italia: il vescovo voleva istituire due centri di spiritualità. In attesa di capire quale strada intraprendere, Gianfranco si era indirizzato verso l’eremitaggio, come testimonia il tempo trascorso in un casolare in Deggia, isolata frazione di San Lorenzo in Banale. È in questo luogo che inizia a prendere forma, con l’arrivo di altre persone, la futura fraternità.
Il percorso ha poi portato Azzolini all’inizio degli anni Ottanta – su richiesta dell’allora parroco don Giorgio Hueller – al santuario di San Valentino di Ala. Un luogo che è ideale ponte tra il mondo – che scorre nel fondovalle con i rumori della ferrovia del Brennero e dell’autostrada – e la ricerca della pace dello spirito, in cima ad una rupe che è punto di partenza per il verde ammantato di silenzio di Pra Bubbolo o la via sterrata di Passo Buole, luogo teatro di tremende battaglie durante la Grande Guerra.
A San Valentino è fiorita, attorno all’originaria esperienza, una piccola comunità di monaci e monache, alcuni dei quali provenienti dal mondo di lingua tedesca, a testimoniare ancora una volta come questa sia terra, in questo caso fertile, di confine. Azzolini ne è stato il responsabile fine al 2020, anno del passaggio di consegne a Davide Tranquillini.
Preghiera, povertà, provvidenza. Questo il crocevia spirituale dal quale è sgorgato molto altro. A San Valentino, Gianfranco Azzolini ha accolto – come fa un porto sicuro in un mare in tempesta – un’umanità ferita, disorientata, maltrattata. Centinaia di persone che hanno trovato innanzitutto ascolto e una sola regola di vita: quella dell’amore, che per Gianfranco era essenzialmente amore verso Gesù. Aveva voce ferma e dolce e uno sguardo acuto, intenso, come se l’assidua vita interiore avesse modellato anche il suo volto.
«Non ho una grande preparazione teologica», osservava ogni tanto. Ma era soprattutto la sua testimonianza quotidiana di vita cristiana (accompagnata dagli insegnamenti che teneva sulle sacre scritture) a renderlo maestro per persone in ricerca spirituale e guida per moltissime famiglie. Ha vissuto con consapevolezza e umiltà anche i tempi del decadimento fisico, che nell’ultimo periodo si era fatto via via più prepotente. Accompagnato dall’amore delle sorelle e dei fratelli della Fraternità di San Valentino, è morto nel giorno in cui i cristiani celebrano la nascita di Gesù. Resta non solo la sua testimonianza, ma la comunità di fratelli e sorelle, eredità viva di un percorso di fede.
Il funerale verrà celebrato venerdì 29 dicembre alle ore 14.30 nella chiesa di San Giovanni di Ala.