l'iniziativa

giovedì 28 Dicembre, 2023

La «Fondazione Agitu Edeo» organizza una due giorni dedicata alla pastora etiope per il terzo anniversario dalla sua morte

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Oggi alle 18 previsto un webinar in collegamento con Addis Abeba, città̀ natale dell'imprenditrice mentre domani sempre alle 18 la fiaccolata che partirà da piazza Santa Maria Maggiore

Un webinar, una fiaccolata e un incontro nella sala Falconetto di Palazzo Geremia. Queste le iniziative in programma a Trento, tra oggi e domani, in occasione del terzo anniversario della morte della sociologa-pastora Agitu Ideo Gudeta «e in memoria di tutte le vittime di femminicidio».
Ma non è tutto: nel frattempo i familiari della vulcanica imprenditrice etiope hanno anche dato vita a una Fondazione in patria, ad Addis Abeba, sempre a suo nome e «dedicata alla promozione del lavoro femminile».
Era il 29 dicembre 2020 quando la donna, simbolo del pluralismo culturale, veniva uccisa a martellate da un suo collaboratore, Suleiman Adams, reo confesso (un anno fa la conferma della pena a 20 anni di reclusione da parte della Corte d’assise d’Appello di Trento). Il delitto nel maso di Frassilongo, in valle dei Mocheni, dove la 42enne aveva fondato l’azienda «La capra felice».
Il programma dei due giorni
La «Fondazione Agitu Edeo», insieme alle sorelle, agli amici e ai rappresentanti della comunità etiopica impegnati a tenerne vivo il ricordo, hanno organizzato una serie di iniziative a Trento per la ricorrenza. E cioè un webinar, un seminario in diretta online, in programma oggi dalle 18, in collegamento con Addis Abeba, città natale di Agitu e sede appunto dell’ente che è stato costituito. Ad interagire, tra i tanti, ci saranno anche le sue due sorelle dagli Usa.
Domani invece alle 18 sarà la volta della fiaccolata a piazza Santa Maria Maggiore, solitamente frequentata da Agitu nei giorni di mercato come ricorda la panchina rossa a lei dedicata. Nel corso dell’iniziativa, patrocinata dal Comune di Trento, verranno letti alcuni brani del libro «Il mondo di Agitu» e sarà presente il «carretto di Agitu» in collaborazione con l’associazione Luogocomune.
Alle 18.30 si aprirà invece l’incontro nel salone di Rappresentanza di Palazzo Geremia. Interverranno le sorelle e gli amici della pastora e saranno presentati i progetti della Fondazione, con l’obiettivo dichiarato di fare promozione.
Chi ha conosciuto la 42enne la descrive come una persona gentile, disponibile, laboriosa, che «ha saputo affrontare con coraggio le sfide insite nella sua duplice condizione di allevatrice donna e migrante, dando un contributo importante all’innovazione dei metodi di allevamento e vendita sostenibile».
Il ricordo indelebile dell’amica
«Impossibile dimenticarla» confessa, emozionata, Elisabetta Nardelli, legata ad Agitu da una forte amicizia. «La ricordiamo spesso con gli altri: era una persona che colpiva, molto affascinante, con una forza tutta sua, prorompente, con una risata fragorosa, inconfondibile… — racconta l’amica — Quando era in una stanza brillava solo lei. E quando doveva persuadermi a fare qualcosa riusciva ad essere molto convincente, non riuscivo a dirle di “no”».
E questo è anche il periodo dell’anno in cui il pensiero di lei è più insistente, in cui il vuoto che ha lasciato è ancora più insopportabile, straziante. «Manca tantissimo, soprattutto in questi giorni, che erano quelli in cui ci si riusciva a sentire e a vedere di più, visto anche che festeggiavamo il suo compleanno il primo gennaio — fa sapere Nardelli — Lei era una grande lavoratrice, la sera prima di essere uccisa mi aveva detto al telefono che aveva finito i suoi lavori e che si poteva riposare, quindi ci saremmo potute incontrare».
L’amica, che si tiene sempre in contatto con una delle sorelle di Agitu, apprezza le tante iniziative realizzate a suo nome. A partire dalla Fondazione. «È importante per tenere viva la sua memoria, sono contenta di quanto viene fatto, anche in Etiopia, promotori i familiari» continua Nardelli, che confessa anche di aver ritrovato di recente un maglione che la 42enne le aveva regalato. Un dono al quale tiene molto. «L’ho ripescato l’altro giorno, era in un angolo improbabile della casa» confida, pensando che non sia affatto un caso che la scoperta sia avvenuta proprio ora.
C’è poi un ultimo pensiero. Al delitto, al fatto di sangue che l’ha lasciata orfana dell’amica del cuore. Solo uno dei tanti femminicidi che continuano a registrarsi. «Inevitabile pensare ad Agitu ogni volta che riaccade, che un uomo ammazza la compagna, l’ex, una donna… È devastante che succeda ancora, che continui ad accadere, e in modo così violento, così efferato…».