clima

venerdì 29 Dicembre, 2023

Piogge, alluvioni, frane, grandinate saliti del 22% rispetto al 2022: è un bilancio nero per l’Italia

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Gli eventi meteo estremi nel 2023 sono stati 378, con 31 morti e danni miliardari ai territori. Il Nord è l'area più colpita della Penisola con 210 eventi meteorologici estremi

I fenomeni meteo che hanno devastato l’Italia nel 2023 sono stati estremi, causati principalmente dalla crisi del clima. Chicchi di grandine in grado di spaccare le fusoliere degli aerei durante l’estate, siccità invernali, alluvioni, trombe d’aria, temperature estreme e incendi sempre più frequenti. Nella Penisola quest’anno gli eventi estremi sono saliti a quota 378, segnando +22% rispetto al 2022, con danni miliardari ai territori (6 miliardi per il solo comparto agricolo, secondo Coldiretti) e la morte di 31 persone. Il Nord Italia, con 210 eventi meteorologici estremi, si conferma l’area più colpita della Penisola, seguita dal Centro (98) e dal Sud (70). In aumento soprattutto alluvioni ed esondazioni fluviali (+170% rispetto al 2022), le temperature record registrate nelle aree urbane (+150% rispetto ai casi del 2022), le frane da piogge intense (+64%); e poi le mareggiate (+44%), i danni da grandinate (+34,5%), e gli allagamenti (+12,4%). Eventi che hanno segnato un 2023 che ha visto anche l’alta quota in forte sofferenza con lo zero termico che ha raggiunto quota 5.328 metri sulle Alpi e con i ghiacciai in ritirata.
A fare il bilancio di fine anno è l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato insieme al Gruppo Unipol. Nello specifico nella Penisola si sono verificati 118 casi di allagamenti da piogge intense, 82 casi di danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 39 di danni da grandinate, 35 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 26 danni da mareggiate, 21 danni da siccità prolungata, 20 casi di temperature estreme in città, 18 casi di frane causate da piogge intense, 16 eventi con danni alle infrastrutture e 3 eventi con impatti sul patrimonio storico. A livello regionale, Lombardia ed Emilia-Romagna risultano nel 2023 le regioni più in sofferenza con, rispettivamente, 62 e 59 eventi che hanno provocato danni, seguite da Toscana con 44, e da Lazio (30), Piemonte (27), Veneto (24) e Sicilia (21).
Un quadro preoccupante quello tracciato dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente a cui si aggiunge il fatto che l’Italia è ancora senza un Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti climatici. «Un paradosso tutto italiano – dice Legambiente – che dimostra quanto l’Italia sia indietro nella lotta alla crisi climatica e nell’adottare politiche climatiche più ambiziose». Per l’associazione ambientalista «il Paese continua a rincorrere le emergenze senza una chiara strategia. Serve una road map climatica nazionale non più rimandabile, fondata su tre pilastri»: appunto il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici ,una legge contro il consumo di suolo e, per la rigenerazione urbana, lo snellimento delle procedure per abbattimenti e ricostruzioni. «Gli eventi meteo estremi – dichiara Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente – stanno aumentando con sempre maggiore frequenza e intensità e a pagarne lo scotto sono i territori e i cittadini. Il Governo Meloni approvi subito il Piano nazionale di adattamento al clima, stanziando anche le relative risorse economiche, che invece continuiamo a spendere per intervenire dopo i disastri, come dimostrano gli 11 miliardi di euro solo per i danni delle due alluvioni in Emilia-Romagna e Toscana».