L'intervista

venerdì 29 Dicembre, 2023

Alberto Adami, nuovo comandante della polizia locale di Trento: «Un onore, mio padre mi spinse verso questa professione»

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Presentati anche i nuovi 23 agenti della polizia locale, l’organico arriva a 150. Il nuovo comandante di Trento: «La movida è un problema, bisogna trovare il giusto equilibrio»

È stata una giornata di prime volte, quella di ieri, per il corpo della polizia locale di Trento. Non solo il primo giorno di Alberto Adami come comandante del corpo, ruolo che eredita da Luca Sattin, ma anche quello in cui sono stati presentati i 23 nuovi agenti. 18 uomini e 5 donne che progressivamente entreranno in servizio nelle prossime settimane, concentrandosi sui compiti della viabilità e permettendo così ai loro colleghi più esperti di dedicarsi di più al ruolo di agenti di quartiere. L’età media delle 23 nuove leve, che portano l’organico totale del corpo a 150 persone tra agenti e funzionari, è di 33 anni, ma il più giovane ne ha appena 20. A guidarli sarà, come detto, Alberto Adami. Classe 1977, laureato in giurisprudenza, si è detto molto emozionato di arrivare a dirigere il corpo della sua città.
Comandante Adami che emozione ha provato al momento della nomina?
«Io ero già stato comandante per un decennio a Lignano Sabbiadoro, ma confesso che questa volta l’emozione è più grande perché si tratta della mia città».
Cosa l’ha spinta verso questo lavoro?
«Da giovane ne ho provati tanti, ma io sono figlio di poliziotto e confesso che mio padre mi ha sempre spronato a seguire questa strada. Credo che sarebbe stato orgoglioso di vedermi comandante a Trento, purtroppo non ce l’ha fatta, è venuto a mancare in agosto».
Com’è arrivato a guidare il corpo di Trento?
«Ho cominciato a 24 anni, nel 2001, come agente della polizia locale di Pinzolo. Poi passai a Riva del Garda. Una volta conseguita la laurea, feci il concorso per Lignano Sabbiadoro. Lì in poco tempo diventai prima vice e infine comandante. Sono rimasto lì fino al 2021 quando mi candidai al concorso indetto a Trento, classificandomi secondo dietro a Sattin di cui sono stato il vice in questi anni».
Un obiettivo che vuole raggiungere?
«Migliorare i servizi che diamo ai cittadini. Già ora sono di alta qualità, ma vogliamo fare ancora meglio. Come polizia locale abbiamo tanti compiti, vogliamo garantire una maggiore presenza sul territorio, essere più vicino al cittadino. Non è facile, ci arrivano tante chiamate, abbiamo in media quattro incidenti stradali al giorno e decine di chiamate dalla popolazione. Inoltre ci occupiamo anche dei controlli sulle piste del Bondone, unico corpo in Italia credo. Un compito che ci riempie di orgoglio, ma non banale. Ecco vorrei far capire di quante cose ci occupiamo».
C’è poi il tema della sicurezza.
«Certo siamo molto attenti alle situazioni di spaccio e di disagio urbano. In questo senso l’acquisto di due cani per la nostra unità cinofila è stato un grande impulso alla nostra attività antidroga».
Quale pensa sia una criticità della città?
«C’è un po’ il problema della movida. Mi sono reso conto di quanto sia difficile far convivere le esigenze di tranquillità dei residenti, con quelle di svago degli studenti universitari e quelle economiche degli esercenti. Sappiamo che quando interveniamo scontentiamo sempre qualcuno, ma dobbiamo farlo e trovare un equilibrio».
Invece un pregio della città?
«Il comando qui funziona bene e questo devo dirlo. E se il corpo funziona bene è merito delle persone che ci lavorano dentro. A Trento ci sono tante cose che funzionano bene, mi piace evidenziare l’impegno del Comune nel dedicare risorse e attenzione ai servizi, alla comunità e al welfare. Anche questo rende più sicura la città».