Lo sgombero

venerdì 29 Dicembre, 2023

Sgomberate le baracche a Roncafort, ma le persone se n’erano già andate

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Le famiglie che vivevano lì hanno rifiutato i dormitori perché non volevano separarsi dai loro animali di compagnia

Quando nella mattinata di venerdì 29 dicembre la polizia locale di Trento, assieme a una volante della polizia è arrivata davanti alle baracche di Roncafort non c’era più nessuno. Le famiglie che vivevano lì, circa una ventina di persone, se n’erano già andate. Gli agenti hanno quindi eseguito lo sgombero in ottemperanza all’ordinanza emessa per motivi di salute pubblica da parte del sindaco Franco Ianeselli. Dove siano ora le persone che in quell’area vivevano da tempo non è chiaro. Il comunicato diffuso dice che «L’operazione si è svolta senza alcune criticità, infatti non erano presenti i soggetti che in precedenza avevano occupato l’area. L’allontanamento degli stessi era avvenuto volontariamente già prima dell’intervento coatto, grazie ad un’intensa serie di contatti attuati dalla Polizia Locale e dal Servizio Welfare e coesione sociale, supportati da una mediatrice culturale, nei quali sono state offerte alternative abitative alle persone insediate nell’area agricola e sono state illustrate le conseguenze penali delle eventuali inottemperanze alle prescrizioni dell’ordinanza sindacale.

Da quanto appreso molti dei soggetti che erano già in procinto di ritornare in patria hanno anticipato la loro partenza, grazie anche alla fattiva collaborazione della proprietà dell’area, che oltre a sostenere alcune spese per il rientro in Romania, ha procrastinato la data della presentazione della querela al fine di favorire l’allontanamento volontario degli occupanti. La stessa società si è inoltre attivata per la demolizione dell’accampamento e la rimozione dei rifiuti presenti, in modo da ripristinare le condizioni igienico sanitarie delle particelle interessate dal provvedimento sindacale». Da interlocuzioni con volontari che da tempo si prendono cura di queste famiglie risulta che alcuni di loro hanno rifiutato la possibilità di entrare nei dormitori del capoluogo perché quello avrebbe significato separarsi dai loro animali di compagnia.