Verso il nuovo anno

lunedì 1 Gennaio, 2024

Le parole del 2024: il glossario per il nuovo anno a cura delle giornaliste e dei giornalisti del T

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Identità, ibridazione, solitudini, coraggio: le parole del domani per raccontare cosa ci aspetta

Le parole sono il nostro mestiere. Le parole raccontano chi siamo, raccontano quello che desideriamo. Ed è dalle parole, scelte dalle giornaliste e dai giornalisti del T Quotidiano, che ricominciamo un nuovo anno inaugurando il 2024. Quali saranno le parole che segneranno – o dovrebbero segnare – i prossimi dodici mesi? Ecco di seguito il nostro (personalissimo) glossario.
Buona lettura e buon anno!

  

Popolare

Per affrontare le profonde sfide che abbiamo davanti occorre costruire un pensiero e un’idea di società che sappiano parlare e stimolare la partecipazione di tutti (o quasi). E quindi anche inventare nuovi modi di stare insieme e di occuparci del pubblico
Simone Casalini

 

Identità

Perché, come ricorda lo scrittore franco-libanese Amin Maalouf, «dobbiamo cercare di domare la pantera identitaria che è in noi prima che ci divori». E prima che, incontrollata, alimenti odio, violenza, sopraffazione, guerre, democrature, dittature, genocidi. Dobbiamo, infatti, trovare quel delicato e fragile equilibrio necessario tra rispetto della diversità e consapevolezza dell’universalità di ogni esperienza umana.
Daniele Benfanti

 

Ibridismo

In una società che ci impone di scegliere chi essere, cosa essere, etichettandoci con singoli aggettivi ed escludendo una miriade di concetti trasversali, l’auspicio è che l’umanità possa trovare la chiave per riconoscere l’eterogeneità dell’essere e che ciascuno di noi possa trovare equilibrio in una propria dimensione, indipendentemente dall’opinione degli altri.
Sara Alouani

 

Decostruire

Per liberarci, donne e uomini, di quei modelli patriarcali (che parolona) che ancora oggi allacciano possibilità nelle relazioni e nella società. E decostruire, per ricostruire, modelli di lavoro solamente performativi rigettati da chi, oltre al ritmo vertiginoso, oggi cerca qualità. Ed equità.
Marika Damaggio

 

Casa

Perché la casa è un moltiplicatore. Di benessere quando c’è e di disagio quando manca. Il 2023 è stato l’anno che ha reso evidente come la disponibilità di alloggi sia diventata un problema per una fascia sempre più grande di popolazione. Un problema che a sua volta ne intercetta altri: lavoro, demografica e residenza. Il 2024 deve essere l’anno in cui si trovano risposte, mettendo un freno al diritto al profitto e ricordandosi che ci sono diritti che hanno la precedenza.
Simone Casciano

 

Protesta

Perché ce n’è bisogno. Per la giustizia, per la libertà. Per un mondo migliore: un sogno che non può essere soltanto un’illusione.
Donatello Baldo

 

Coinvolgimento

Superare gli ostacoli unendo le forze, scoprendo nelle capacità di chi abbiamo a fianco le risorse necessarie per vincere una sfida, per superare le difficoltà di ogni giorno.
Lorenzo Ciola

 

Linguaggio

Perché le parole hanno il potere di costruire o annientare, includere o segregare, definire una società o cancellarne intere componenti. L’auspicio è quello di assistere a un progressivo cambiamento nell’uso del linguaggio nei vari ambiti sociali e istituzionali, in termini di minore violenza e mortificazione, di maggiore rispetto e onestà intellettuale.
Claudia Gelmi

 

Megainvestimenti
Bene pensare al nuovo stadio, ci mancherebbe. Ma se il Trento Calcio deve essere il punto di riferimento delle società locali anche a livello giovanile, è forse arrivata l’ora di accelerare i tempi almeno per la realizzazione di un centro sportivo che garantisca ai tanti giovani aquilotti uno spazio in cui allenarsi senza essere costretti, come lo sono ora, a girare per Trento alla ricerca di un campo.
Enrico Callovini

 

Conferme

Perché quanto di buono volley e basket stanno facendo ha bisogno che si confermi affinché lo sport di casa nostra rimanga ai livelli più alti. Perché anche laddove è più difficile (il calcio) confermarsi tra i professionisti sarebbe già «tanta roba»!
Alessio Kaisermann

 

Coraggio

Perché non sia solo prerogativa di eroi e eroine ma pratica quotidiana di ciascuno e ciascuna, per aggiustare un passo alla volta ingiustizie e storture.
Denise Rocca

 

Comunità

Il nuovo anno ha bisogno di un forte senso di unione, di una visione condivisa su cosa ci accomuna e sul mondo che desideriamo realizzare. Una comunità che non si limita a delegare ad avatar informatici o ad organi rappresentativi il compito di dire ad alta voce che cosa va cambiato, ma che continua a scendere in piazza, a radunarsi per le cose in cui crede, siano queste la creazione di una società paritaria o un domani senza armi.
Ambra Visentin

 

Europa

Perché le prossime elezioni europee (6-9 giugno) potrebbero cambiare profondamente l’assetto politico dell’Ue e segnare una svolta storica verso la destra.
Tommaso Di Giannantonio

 

Crisi

Potrebbe non sembrare un augurio, ma i Greci ci insegnano che “krisis” altro non significa che “scelta”. E allora, in un pullulare di crisi che ci lasciano spesso attoniti (umanitaria, migratoria, climatica, economica, democratica e chi più ne ha, più ne metta), la speranza per il 2024 è che tutte queste crisi ci portino a scelte decise e decisive per un futuro più pacifico, sostenibile, democratico.
Francesca Dalrì

 

Solitudine

Le emergenze da affrontare sono molte e nei giornali non manca mai lo spazio dedicato. Ma ce n’è una che ne riassume gran parte e di cui si parla poco: la solitudine. Il calo demografico, l’invecchiamento della popolazione, la digitalizzazione che, assieme a tante opportunità, ha polverizzato quei centri attrattori capaci di “fare comunità”: tutti fattori di una trasformazione sociale che è già avvenuta. E così le persone sole non sono più un’eccezione: sono ormai la maggioranza. La sfida, difficile, è quella di costruire una rete in grado di aiutarle. Accorgendosi di loro, tanto per iniziare.
Davide Orsato

 

Cura

Che sia premura, scrupolosa, nel porre la massima attenzione agli altri, a dare spazio alle differenze: non come ostacoli insormontabili, ma come spunti di accrescimento e riflessione. Cura nel raccontare i territori, i volti e le storie con il rispetto per un’informazione che sia capace di alimentare un dibattito costruttivo. Che sia diligente e non ossequioso. Cura, come un motto che ci metta nell’atto di agire con consapevolezza guardano oltre l’orizzonte.
Leonardo Omezzolli