la storia

sabato 6 Gennaio, 2024

Vite in appalto, da trent’anni addetta alle pulizie part-time: «Siamo lavoratrici invisibili. Contratti da 15 ore settimanali»

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Brunella Berté lavora dal 1993 all’ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto. Presto andrà in pensione con 630 euro al mese

«Siamo tutte lavoratrici e tutte con un contratto part-time. Le più fortunate lavorano 5 ore al giorno, altre appena 3. Ma le cose da fare aumentano. E lo stipendio è lo stesso da anni». In poche parole, Brunella Berté, 60 anni, dal 1993 addetta alle pulizie nell’Ospedale di Rovereto, riassume il senso di decine di azioni sindacali portate avanti negli anni per ottenere un trattamento più lusinghiero per gli impiegati di servizi in appalto.
Di che cosa si occupa?
«Lavoro da 26 anni come addetta alle pulizie all’ospedale di Rovereto. Ho un contratto part-time. Il tempo è pieno non esiste in questo campo».
Quante ore di lavoro al giorno prevede il contratto?
«Io raggiungo 25 ore settimanali. Sono più fortunata di mie colleghe che hanno appena 3 ore al giorno. Siamo 100 lavoratrici, tutte donne, molte straniere, con contratti a tempo parziale. Con così poche ore, per alcune l’unica alternativa per arrivare a fine mese è il lavoro nero, facendo pulizie in casa. Siamo quasi tutte di mezza età. Quale giovane, con così poche ore e uno stipendio minimo, accetterebbe questo lavoro? Ho 60 anni e presto andrò in pensione con 630 euro al mese».
Le condizioni del lavoro in appalto sono diverse da quello alle dipendenze dirette?
«Il paragone posso farlo con gli anni prima del 1993, quando il servizio di pulizia dell’ospedale è stato esternalizzato. Prima si contavano 4-5 addetti alle pulizie per reparto. Dopo, una sola persona per piano. Non solo: anziché fare il lavoro in sei ore, oggi dobbiamo sbrigare più faccende in meno tempo, cioè 4 ore. È stato un ribasso su più fronti. E ad ogni cambio di appalto lottiamo per evitare ulteriori limitazioni degli orari e per un incremento economico».
Quando il prossimo?
«Aspettiamo la nuova assegnazione a metà dell’anno prossimo. Per fortuna siamo unite con le altre colleghe, facciamo valere i nostri diritti. Ma le cose sono difficili da cambiare. La realtà è che gli addetti al pulimento in appalto sono invisibili».