L'iniziativa
mercoledì 10 Gennaio, 2024
di Chiara Turrini
L’emergenza abitativa è un dato di fatto e il Comune di Arco, più attivo degli altri su questo tema, sta cercando di agire su più fronti, tra i quali una commissione ad hoc che raccoglie ed elabora dati sulla sconcertante problematica della mancanza di abitazioni. Uno degli strumenti che oggi il Comune vuole adoperare contro la crisi degli alloggi è quello urbanistico: in sostanza, si tratta di modificare le regole per la costruzione di nuove aree residenziali.
Si vuole agire sulle norme tecniche di attuazione del Comune di Arco – ossia la lista di prescrizioni da adottare quando si elabora un piano regolatore o una variante ad esso – che, all’articolo 11-ter, definiscono e regolano cosa possono ospitare e cosa no le aree residenziali. Fino ad oggi, il comma tre di questo articolo, spiega che «salvo diversa prescrizione, nelle aree residenziali sono ammesse anche le attività complementari all’abitazione come: uffici, esercizi commerciali, locali di ritrovo, alberghi, strutture ricettive, laboratori di artigianato artistico e di servizio, esercizi pubblici e le attività comunque connesse con la residenza». Il comma successivo chiarisce che in caso di nuovi edifici, le «attività complementari» inserite in automatico nell’autorizzazione a realizzare il residenziale possono arrivare al 35% del totale edificato. Andrebbe tutto bene se non fosse che le attività complementari posso essere anche turistiche e ricettive.
A tutela quindi del residenziale «puro» rispetto alla commistione di turistico-ricettivo e con lo scopo di guadagnare cubatura utile a nuovi appartamenti destinati – sperabilmente – a residenti, l’amministrazione del Comune di Arco punta a cancellare quel comma dalle norme tecniche d’attuazione. «Il precedente c’è: quel 35% è già stato tolto in fase di accordo urbanistico per l’hotel Arco – spiega l’assessore all’urbanistica del Comune di Arco Nicola Cattoi – e ora stiamo valutando di elaborare una mini-variante che, tra le altre cose, modifiche questa norma d’attuazione. Non si tratterà di certo di una variante come la 15, piuttosto di una mini-variante in cui inseriremo opere pubbliche minori ma importanti, per esempio la sistemazione di diverse arterie stradali e la gestione del verde pubblico. Tra queste cose, ci piacerebbe anche togliere la possibilità del 35% di attività turistiche e ricettive dalle nuove aree residenziali. Speriamo di riuscire a portare a casa tutto questo entro la fine dell’anno, o almeno entro la fine di questa legislatura».