Il delitto

sabato 13 Gennaio, 2024

Femminicidio a Valfloriana, i tre orfani chiedono e gli zii spiegano cosa è accaduto. «Non vedrete più mamma e papà»

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Gli zii materni, che si stanno occupando dei tre bambini, hanno detto tutto ai nipoti: «Non volevano sapere com’è successo»

Il silenzio, a volte, pesa molto di più della verità. I nonni e gli zii materni hanno chiesto aiuto a psicologi e assistenti sociali per comunicare la perdita dei loro genitori ai tre nipotini di 5, 10 e 11 anni. E il primo passo è stato proprio quello di dire la verità, fin dove si spingevano le domande dei bambini. «Gli abbiamo detto che è successa una cosa molto brutta e che purtroppo non vedranno più né la mamma né il papà», racconta la zia Armida insieme al marito. Intanto ieri il dirigente dell’Istituto scolastico di Cavalese, Roberto Trolli, ha deciso di chiudere la scuola in segno di lutto. Le porte resteranno chiuse anche nel giorno dei funerali, ancora da fissare.

La comunicazione ai figli
I figli saranno affidati ai nonni materni. «Tutta la famiglia si prenderà carico dei tre piccoli», dicono gli zii, residenti in Val di Fassa, ma che ora, anticipando i tempi rispetto a una decisione che avevano già preso prima dell’omicidio-suicidio, si trasferiranno in Val di Fiemme.
A loro è spettato il delicato compito di informare i figli della morte dei genitori. «Abbiamo fatto colloqui con psicologi e assistenti sociali — spiega Armida Palmieri, la sorella di Ester — Ci hanno consigliato di dire tutto nel caso in cui avessero chiesto qualcosa. Ci hanno detto che è giusto che loro sappiano, altrimenti vengono a saperlo per vie traverse. Gli abbiamo detto che è successa una cosa molto brutta e che purtroppo non vedranno più né la mamma né il papà». La voce si incrina. «È stata la cosa più brutta che mi sia mai successa — prosegue la zia — Però dovevamo farlo. Ormai siamo noi la loro famiglia». Su consiglio di psicologi e assistenti sociali, gli zii si sono limitati a rispondere alle domande dei bambini. «Il più grande se lo aspettava — dice Armida — All’inizio voleva sapere com’è successo, ma poi ci ha detto “non lo voglio sapere”».

Scuola chiusa
Ieri i compagni di classe dei tre bambini non sono andati a scuola. Il preside ha inviato una nota ai genitori delle bambine e dei bambini che frequentano la primaria a Valfloriana. «Sono stato immediatamente informato dalle insegnanti della scuola, la cui prima preoccupazione è stata la cura dei figli, che si trovavano ancora a scuola, in attesa delle figure di supporto psicologico – spiega il dirigente scolastico Roberto Trolli – Le maestre avevano un rapporto continuativo con Ester, in quanto la relazione tra scuola e famiglie è molto intensa nella comunità di Casatta Valfloriana». Di qui la decisione comunicata nella lettera ai genitori: «D’intesa con i genitori e con il sindaco, dott. Michele Tonini, si è condivisa la necessità e l’opportunità, in segno di rispetto per la perdita di Ester e per i familiari, di chiudere la scuola oggi (ieri, ndr) e nella giornata della celebrazione dei funerali».

Il ricordo del sindaco
A Valfloriana, oltre a gestire un centro olistico, Ester era stata anche consigliera e assessora comunale. «Aveva la delega alle politiche sociali, alla salute e alla cultura. Erano i suoi campi, per resilienza, passione, voglia di vivere e anche voglia di spendersi per gli altri. Le volevano tutti bene — dice il sindaco Michele Tonini con la voce rotta dal pianto — Era facile volerle bene. Era buona, era una bella persona. Non riesco ancora a capacitarmi di quello che è successo e del fatto che siamo in una società di questo tipo. Serve che tutti, le istituzioni, la scuola, le famiglie, ci impegniamo per far nascere una generazione con dei valori diversi, dove un rifiuto possa essere accettato, dove una scelta di vita possa essere accettata, dove le persone non siano viste come proprietà, ma come persone appunto. Noi garantiremo il massimo sostegno ai tre bambini».
Se vorrà la famiglia potrà contare anche su un indennizzo statale di 60mila euro. I figli della coppia — tramite domanda inoltrata dal commissariato di governo — possono infatti accedere al fondo previsto per le vittime di reati intenzionali violenti che prevede fino a 60mila euro per il delitto di omicidio commesso dal coniuge anche separato o comunque da persona legata da relazione affettiva.