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giovedì 18 Gennaio, 2024

Delitto di Senago, Alessandro Impagnatiello in aula per la prima volta dopo il femminicidio: «Vorrei non svegliarmi più al mattino»

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L'ex barman 31enne, durante il processo per omicidio pluriaggravato, ha ammesso le sue colpe e si dice «sconvolto e perso». Il padre e la sorella di Giulia Tramontano hanno lasciato l'aula mentre chiedeva «perdono»

Questa mattina Alessandro Impagnatiello ha fatto il suo ingresso nell’aula della Corte d’assise di Milano dove parte il processo per l’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, uccisa con 37 coltellate incinta al settimo mese di gravidanza la sera del 27 maggio 2023 nella loro casa di Senago. Scortato da agenti della polizia penitenziaria, l’ex barman 31enne in carcere a San Vittore dal 2 giugno è assistito dalle avvocatesse Giulia Geradini e Samanta Barbaglia. La corte presieduta dalla giudice Antonella Bertoja è gremita di giornalisti e telecamere. In aula anche la sorella di Giulia, Chiara Tramontano, e i genitori. La famiglia è assistita dall’avvocato Giovanni Cacciapuoti e dai suoi collaboratori.

Il Comune di Senago, rappresentato dall’avvocato ed ex pm Antonio Ingroia, chiederà di essere ammesso come parte civile nel processo per omicidio pluriaggravato. Impagnatiello rischia la pena dell’ergastolo.

Impagnatiello ha pianto in aula alle battute iniziali del processo per omicidio pluriaggravato della fidanzata. L’ex barman 31enne non ha risposto alle domande dei cronisti che gli chiedevano se si fosse pentito mentre veniva accompagnato dagli agenti della polizia penitenziaria nella gabbia dell’aula della corte d’assise di Milano. Si è presentato con la barba incolta, i jeans e le scarpe da ginnastica e una giacca blu. È rimasto in silenzio ma ha mosso le gambe e i piedi nervosamente tenendo lo sguardo rivolto verso il basso. Si è asciugato le lacrime dal viso con un fazzoletto bianco.

«Sono sconvolto e perso, quel giorno me ne sono andato anche io perché, anche se sono qui, non vuol dire che sono vivo, ho distrutto la vita di Giulia e del figlio che aspettavamo». Così Alessandro Impagnatiello rilasciando dichiarazioni spontanee alla Corte d’assise di Milano mentre il padre e la sorella della 29enne, Franco e Chiara Tramontano, hanno lasciato l’aula mentre l’ex barman chiedeva «perdono». «Non chiedo che queste scuse siano accettate ma che possano essere ascoltate» ha detto il 31enne. «Chiederò per sempre scusa a queste persone finché sarò qui», ha aggiunto.

«Ogni sera mi addormento sperando di non svegliarmi più al mattino. Sto sentendo ogni giorno cosa significa perdere un figlio». ha concluso Impagnatiello. Ciò che ha commesso, è un fatto che «troverò per sempre inspiegabile».