ECONOMIA
venerdì 19 Gennaio, 2024
di Margherita Montanari
Per la Germania si prospettano mesi difficili. Ha chiuso il 2023 in recessione, con una contrazione annuale dello 0,3% del Pil. Ma l’onda di Berlino potrebbe aver trascinato anche il Trentino in una frenata dell’economia. «Le nostre indagini sulle imprese locali ci indicano che la fase di debolezza si sarebbe protratta anche nel terzo trimestre. Relativamente all’andamento del Pil nel 2023 è ancora presto per trarre conclusioni», commenta Michele Cascarano, economista della divisione analisi e ricerca della filiale di Trento di Banca d’Italia. Al tempo stesso, «le condizioni iniziali dell’economia trentina, caratterizzata da livelli occupazionali elevati e da una complessiva solidità finanziaria delle imprese, costituiscono un elemento di fiducia in questa fase di forte incertezza».
Dovendo fare un bilancio degli avvenimenti che più hanno inciso sull’economia trentina nell’anno appena trascorso, quali citerebbe?
«Come nel resto del Paese l’attenuazione della crescita economica che ha caratterizzato il primo semestre dell’anno ha riflesso l’irrigidimento delle condizioni di finanziamento, legate alla rapida normalizzazione della politica monetaria, e l’impatto dell’inflazione sul potere d’acquisto delle famiglie. A questi due elementi si aggiunge il rallentamento della domanda estera, in particolar modo dalla Germania».
Nell’ultimo aggiornamento congiunturale presentato dalla filiale di Trento di Bankitalia emerge un rallentamento dell’economia trentina al passaggio del semestre. Nella seconda parte dell’anno si è confermato il rallentamento? Cosa si può dire del Pil a chiusura del 2023?
«Le nostre indagini sulle imprese locali ci indicano che la fase di debolezza si sarebbe protratta anche nel terzo trimestre. Relativamente all’andamento del Pil nel 2023 è ancora presto per trarre conclusioni. Il nostro indicatore trimestrale dell’economia regionale potrà darci qualche informazione solo a partire dalla tarda primavera, in tempo per il nostro rapporto sul 2023».
Quali sono i pattern del 2023 da monitorare nell’anno nuovo?
«Sul quadro economico continueranno a pesare le condizioni di accesso al credito più rigide e i costi di finanziamento più elevati. La congiuntura risentirà, come per quest’anno, dell’indebolimento degli scambi internazionali. Dovrebbe invece essere meno rilevante per le famiglie la presa dell’inflazione, prevista in discesa nel 2024».
Tra le partite aperte, una riguarda il costo del denaro che pesa su famiglie e imprese. Nel 2024 possiamo attenderci un primo taglio dei tassi da parte delle banche centrali?
«Faccio mie le parole del Governatore Panetta in un recente intervento: “Le condizioni monetarie dovranno rimanere restrittive per il tempo necessario a consolidare la disinflazione. La durata di questa fase dipenderà dall’evoluzione delle variabili macroeconomiche; potrebbe essere più breve qualora la persistente debolezza dell’attività produttiva accelerasse il calo dell’inflazione” (intervento del Governatore Panetta al convegno Iccrea «Il Gruppo Bancario Cooperativo: le opportunità e le sfide di un nuovo modello bancario», Roma 30 novembre 2023, ndr).
Il 2024 parte in salita o ci sono segnali di ottimismo?
«Parto dall’elemento più critico. Per quanto detto in precedenza e come sottolineato nell’ultimo bollettino economico della Banca d’Italia, per il Paese i rischi per la crescita sono orientati al ribasso. Di contro le condizioni iniziali dell’economia trentina, caratterizzata da livelli occupazionali elevati e da una complessiva solidità finanziaria delle imprese, costituiscono un elemento di fiducia in questa fase di forte incertezza».
Più aspetti fanno pensare a un ritorno, sullo scenario politico internazionale, a crescenti rivalità tra i grandi blocchi economici. Quale può essere l’impatto sullo scenario macroeconomico?
«Le tensioni geopolitiche, in particolare quelle connesse con il conflitto in Ucraina ma anche con gli effetti del fronte di guerra medio-orientale, rappresentano un fattore di rischio importante per il ciclo economico globale».
Guardando più lontano, quali tendenze potrebbero influenzare maggiormente l’equilibrio socioeconomico del Trentino?
«Nel nostro ultimo rapporto sull’economia del Trentino e dell’Alto Adige abbiamo evidenziato come gli effetti del cambiamento climatico possono essere particolarmente importanti per l’economia locale. Gli esempi che abbiamo portato sono molti: la sostenibilità del turismo invernale in un contesto di aumento delle temperature, la rilevanza degli eventi estremi per il patrimonio naturale (si pensi agli effetti della tempesta Vaia) e per la produzione agricola, la transizione ecologica delle imprese. Chiaramente stiamo analizzando anche altri elementi che potrebbero influenzare l’economia del Trentino (e non solo) nel lungo periodo. Il fattore demografico in primis: secondo le proiezioni Istat la popolazione in età̀ da lavoro si ridurrà marcatamente nei decenni a venire. La dinamica occupazionale potrebbe, quindi, costituire un fattore di scarso rilievo per la crescita. In questo senso l’adozione delle nuove tecnologie sarà fondamentale per lo sviluppo economico».
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