La decisione

sabato 20 Gennaio, 2024

Negli ex hotel alloggi per tutti i lavoratori. Gottardi: «Risposta alle esigenze abitative»

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Nel ddl di variazione di bilancio la giunta allarga il perimetro della legge 15 che lasciava ospitare negli alberghi dismessi solo dipendenti del settore ricettivo

Si allargano le maglie della legge provinciale 15 del 2015. Gli alberghi dismessi potranno diventare foresterie per ospitare, oltre al personale di strutture alberghiere, anche lavoratori di altri settori. La bozza del disegno di legge per la variazione di bilancio approvata ieri dalla giunta contiene infatti un articolo che introduce modifiche alla norma urbanistica. Nell’ottica di «limitare il consumo di suolo» e «togliere tensione abitativa in zone turistiche», spiega l’assessore provinciale all’urbanistica Mattia Gottardi, si permette il recupero degli ex hotel per l’ospitalità di tutti i tipi di lavoratori, pubblici e privati. «È un tema importante, legato alla casa, che la giunta provinciale si è impegnata ad affrontare nei primi mesi di legislatura – spiega il governatore Maurizio Fugatti – Nei nostri territori sappiamo quanto è difficile trovare immobili da affittare. La modifica va nella direzione di liberare alloggi per i residenti».

La legge 15
Un passo indietro è d’obbligo. La legge 15 del 2015 prevede che ai dipendenti degli esercizi alberghieri possa essere prestato alloggio sia presso l’albergo in cui svolgono la propria attività lavorativa ma anche presso camere situate in alberghi dismessi. Immobili che un tempo erano strutture ricettive e oggi, per attività cessata, in molti casi sono abbandonati. Per anni però questo provvedimento è rimasto lettera morta. Mancavano linee guida che dessero ai principi della norma un quadro interpretativo di riferimento. È arrivato a settembre, in una delibera ad hoc proposta dagli assessori alla promozione e turismo e all’edilizia e ambiente (allora erano Roberto Failoni e Mario Tonina, ndr). La misura era attesa. Ma un solo fronte delle imprese, cioè quello alberghiero. Il settore ricettivo, soprattutto nelle località a vocazione turistica, è tra i primi a scontrarsi con la difficoltà di trovare alloggi per i lavoratori stagionali. Eppure, non è il solo. Faticano anche negozi, bar, ristoranti, pubblici esercizi, servizi legati al turismo, industrie, imprese edili. Da qui le richieste pressanti del coordinamento provinciale imprenditori ad allargare le maglie del provvedimento.

L’apertura a tutti i lavoratori
Ieri la giunta ha messo nero su bianco l’intenzione di aggiungere un nuovo inciso. «Nel testo del ddl di variazione è presente un articolo che va a mettere mano alla legge 15 del 2015 sul governo del territorio», spiega l’assessore Gottardi. La legge sul riutilizzo degli immobili abbandonati o alberghi in disuso (dismessi) viene estesa, «ampliando la gamma dell’uso di queste strutture, che era limitato a dipendenti di altre strutture alberghiere anche ad altri dipendenti presenti su quel territorio», spiega l’assessore. Nella legge 15 del 2015 sono inserite le seguenti parole: «Gli alberghi dismessi possono essere inoltre destinati all’ospitalità di lavoratori operanti in altri settori». In Trentino, sono circa 87 le strutture alberghiere cessate, sparse su 47 comuni, che potrebbero prestarsi a una conversione. Secondo la mappatura dell’Osservatorio del paesaggio trentino, è disponibile una superficie totale di 160.500 metri quadri.

Tema casa
La giunta si muove su due fronti. «Da un lato rendere più appetibile il recupero di queste strutture, evitando consumo di suolo e recuperando volumi esistenti. Dall’altro rispondere a un’esigenza abitativa dei lavoratori, sia del settore pubblico che del privato». L’emergenza casa, soprattutto nelle zone turistiche, si ritorce contro i lavoratori, che incontrano affitti troppo alti per le proprie tasche, e contro le imprese che di conseguenza non riescono a reperire personale. «Rendere più appetibile la ristrutturazione di immobili non utilizzati è una risposta all’esigenza abitativa», aggiunge l’assessore.

L’iter e le aggiunte
Per il momento non si parla di incentivi. Si tratta di una previsione di natura urbanistica. Ma non è escluso che possa essere integrata, in passaggi successivi, con altre misure, in aree meno turistiche. Nelle zone ad alto impatto turistico è probabile che l’iniziativa privata sulla ristrutturazione degli alberghi dismessi sia vivace. Alcune imprese associate a Confindustria Trento hanno già le idee chiare e progetti in fase di studio nelle Giudicarie e in Val di Fiemme. Un discorso diverso riguarda aree meno battute. Qui un input potrebbe darlo anche la mano pubblica, attraverso bandi o iniziative fiscali specifiche. Al momento, però, non se ne parla. La modifica alla legge 15 del 2015 sarà prestata al confronto, anche con le parti sociali, prima di arrivare in aula, indicativamente a marzo.