Grandi Carnivori

sabato 20 Gennaio, 2024

Orsi e nuovo disegno legge. Rossi: «Non ci sono grandi novità. Chi pensa che domattina si potranno abbattere 8 orsi sbaglia»

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Parla l'ex governatore: «Rimane fondamentale realizzare un piano di gestione. Mi auguro succeda presto, già persi 5 anni»

«Niente di nuovo sul fronte occidentale» sembra dire Ugo Rossi. L’ex presidente della Provincia non si riferisce però all’area tra Germania e Francia del capolavoro letterario di Erich Maria Remarque, ma alla Val di Non e alla Val di Sole, le zone interessate dal tema degli orsi, e al nuovo disegno di legge approvato dalla giunta Fugatti. Un ddl che in realtà modifica la legge 9 del 2018, quella che fu approvata proprio da Rossi. Emendamenti che, a detta dell’ex governatore: «Non portano novità sostanziali».

Presidente cosa ne pensa del nuovo disegno legge, c’è una novità?
«Lo dico senza volontà di fare polemica o contrapposizione, visto che ormai sono fuori dalla politica, ma solo in qualità di tecnico che conosce bene la materia. La novità qui è solo una. Ed è che in maniera formale viene recepito quanto già era stato detto. Ossia Ispra mette per iscritto che quando si opera su esemplari pericolosi non si mette a rischio la sopravvivenza della specie, sempre se non si esagera e da qui l’indicazione di massimo 8 esemplari l’anno prelevabili. È un bene che Ispra lo abbia messo per iscritto, ma si tratta di un dato consolidato da tempo nella comunità scientifica. Tanto che già nel 2019, su base di rilevazioni simili, era possibile fare un piano di gestione che, utilizzando la legge 9 del 2018 e il Pacobace, individuasse tutta una serie di azioni preventive, di informazione e infine di prelievo degli esemplari. Invece dal 2019 e fino alla morte di Andrea Papi la legge non è mai stata utilizzata, e questo io lo dico da tempo. Qui l’unica novità è ciò che Ispra esplicita, ma comunque rimane necessario realizzare un piano di gestione che preveda molteplici azioni, altrimenti, se si lavora sempre per ordinanze e su singoli episodi, ci si ritroverà sempre al Tar. Chi oggi pensa che da domani mattina si possono abbattere 8 orsi sbaglia, non ha capito di cosa si tratta».
C’è poi, nel nuovo ddl, la rimozione del comma 1 bis. Quello inserito da Fugatti ad agosto e che prevedeva di ordinare il prelievo senza il parere di Ispra. Un passo indietro?
«Io ai tempi dissi in aula che quella parte dell’aggiornamento della legge non era possibile. Perché la legge nazionale prevede che la richiesta del parere sia obbligatoria per il Ministro dell’ambiente. Se è vincolante per un ministro, figuriamoci per una provincia che in questo caso si sostituisce ad esso».
Secondo lei l’abrogazione di questo comma è stato parte della trattativa con Roma?
«Trovo probabile che il governo abbia caldamente consigliato alla Provincia di tornare sui suoi passi per non impugnare il testo. L’autonomia ce l’abbiamo, ed è sacrosanto, ma sempre con un livello di proporzionalità per cui non possiamo essere superiori ai limiti che lo Stato stesso ha».
Come valuta in generale la situazione sul tema orsi a freddo?
«Quello che mi auguro è che ciò che è accaduto nel 2023, anche la tragica morte di Andrea Papi, possa anche attraverso questa legge portare ad una gestione che esce dal contesto dei facili annunci e delle contrapposizioni ideologiche. Spero che si possa finalmente entrare in un percorso di gestione e praticabilità del fenomeno. Sulla base di un assunto: che la specie è protetta e il prelievo di quelli pericolosi non mette a rischio la sua conservazione, anzi ne garantisce la selvaticità e quindi la sopravvivenza. Mi auguro con tutto il cuore che la Provincia faccia passi avanti, ma giuridicamente con questa legge cambia ben poco, le cose stanno come prima».
Realizzare un piano di gestione rimane fondamentale?
«Assolutamente sia per gli esemplari pericolosi che, eventualmente in futuro, per la gestione dei numeri. Ispra da anni dice che un piano di gestione, con molteplici azioni, potrebbe in maniera automatica essere utile anche per il contenimento dei numeri. Questo perché se si rimuovono quelli pericolosi si riduce non solo il pericolo, ma anche la crescita generale. Sono concetti contigui e per questo andrebbero affrontati assieme. La forza della legge 9 del 2018 è che da al presidente della Provincia il potere di sostituirsi al ministro nella realizzazione di un piano di gestione, ora bisogna farlo. Si sono già persi 5 anni».