La tradizione

giovedì 25 Gennaio, 2024

Meteo, le cipolle hanno parlato. Ecco le previsioni mese per mese

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Anche quest'anno Livio Iob da Cunevo ha rinnovato l'antica tradizione delle previsioni. Secondo gli ortaggi sarà un'estate di pioggia e nuvole

Il mese di gennaio, un tempo, era riconosciuto come «il mese de segni»: il tempo in cui gli agricoltori traevano gli auspici per la sta­gione a venire.

Forse una tradizione ancor più antica che trova fondamenta nelle credenze pagane, forse un tramando della cultura celtica. Chissà. Perché proprio i celti erano un popo­lo che credeva ai così detti segni, al fuoco e a tante altre cose arcane. Episodi che nel credo comune potevano dare dei suggerimenti sul futuro.

Il Capodanno, l’Epifania e, appunto, il 25 gennaio (giorno della Conversio­ne di San Paolo, ndr) segnavano e segnano tutt’ora l’inizio di un nuovo ciclo an­nuale e quindi nel passato erano giorni «studiati» con una grande attenzione dal popolo contadino che, in mancanza di meglio, non esitava a rischiare previsioni sui raccolti, sul tempo, persino sui fu­turi prezzi dei cereali e del bestiame, nonché sulla salute dei fami­liari.

Anche perché, nel mese di gennaio, per i contadini non c’era molto da fare se non dedicarsi al lavoro di pulizia nelle stalle; e proprio lì nelle stalle oppure accanto al focolare domesti­co, si trascorreva il tempo concedendosi qualche ipotesi, qualcosa che era a metà strada fra le previsioni vere e proprie e la superstizione.

Comunque, il giorno principale da dedicare a queste previsioni riguardanti il «meteo» (come di­remmo oggi), la salute e gli affari era il 25 di gennaio, il giorno di San Paolo dei Segni.

Una tradizione che qualche nonno d’oggi continua a mantenere viva, e bene che sia così.

Il Trentino e le sue vallate, di profondissima origine contadina, ne sono le culle più solide-

Uno dei riti più conosciuti è senz’altro quello che ogni notte fra il 24 ed il 25 gennaio si ripete in val di Non, nel comune di Contà, dove il signor Livio Iob – conosciutissimo in valle – azzarda le sue previsioni con il metodo delle cipolle.

«La sera del 24 gennaio si prende una cipolla, la si taglia a metà – racconta – la metà che cade a destra sarà destinata ai mesi pari, la metà che cade a sinistra sarà per i mesi dispari. A quel punto si sfogliano le due metà creando dodici spicchi e li posizionano su un’asse di legno, uno per ogni mese dell’anno. Si lascia cadere all’interno di ogni guscio un pizzico di sale grosso, si posiziona l’asse all’esterno, magari sul balcone di una finestra o sul terrazzo avendo cura che sia rivolta verso oriente. Il resto – conclude Iob – lo fa la natura».

Ovvero si attende che passi la notte e al mattino del 25 gennaio, ritirando l’asse con le cipolle dall’esterno, si legge l’esito.

Dal guscio in cui il sale è rimasto solido si intuisce un mese asciutto, ovvero scarso di precipitazioni, laddove – invece – il sale s’è sciolto è da interpretare come un mese «bagnato».

Così si ripete da ormai quasi 60 anni, a casa di Livio Iob, nel piccolo abitato di Cunevo e così è stato anche quest’anno: la sera del 24 gennaio a casa Iob è l’occasione per ritrovarsi fra amici, mangiare un buon piatto caldo di “peverada” preparata dall’instancabile signora Adriana e, nel frattempo, preparare le cipolle, gettarsi fra ricordi, risate e un po’ di romanticismo anche nei tempi andati.

A proposito, c’è un antico proverbio, anche questo si perde nella notte dei tempi, che recita così: «Se il giorno di San Paolo è sereno, godrem l’annata e l’abbondanza in seno; ma se fa freddo guerra avremo ria e se nevica piova o carestia».