il caso
giovedì 25 Gennaio, 2024
di Tommaso di Giannantonio
Lo scontro Gerosa-Bisesti sulla scuola dell’infanzia a luglio «genera solo confusione». Mentre la politica litiga, le famiglie chiedono certezze. «Vogliamo continuità: l’apertura estiva rappresenta un’opportunità di conciliazione», dice Marisa Bampi, componente del direttivo del Forum delle associazioni familiari del Trentino.
L’assessora provinciale all’istruzione Francesca Gerosa ha dichiarato di voler fare delle «verifiche» sull’apertura della scuola dell’infanzia nel mese di luglio. Sareste favorevoli a un eventuale passo indietro?
«Anziché fare un passo indietro, sarebbe opportuno garantire la continuità dello stesso servizio estivo all’interno delle stesse strutture. Le esigenze delle famiglie sono cambiate: quelle con entrambi i genitori che lavorano sono aumentate. Non possiamo che essere d’accordo su nuove opportunità di conciliazione dei tempi di lavoro con la gestione dei figli».
Sull’apertura estiva si è consumato uno scontro all’interno della maggioranza. L’ex assessore leghista Mirko Bisesti ha accusato Gerosa di andare contro il programma di coalizione: «Luglio non si tocca». Le famiglie come vivono questo dibattito?
«Certe affermazioni creano destabilizzazione. Le famiglie hanno bisogno di scenari rassicuranti. Questo continuo sì e no genera confusione, insicurezza, e non contribuisce a invertire il trend delle nascite».
Gerosa sembra essere tornata sui propri passi e ha parlato di eventuali «migliorie». Ci sono margini di miglioramento?
«Servirebbe una maggiore organizzazione. A inizio anno le scuole dovrebbero fare una programmazione su undici mesi anziché dieci: così si organizzerebbero meglio le ferie e i permessi. E nel momento in cui si garantiscono diritti ai lavoratori la qualità del servizio aumenta. Oggi sono poche le insegnanti di ruolo che decidono di andare in continuità e a luglio arriva personale in sostituzione. Questa situazione non garantisce la continuità educativa di cui hanno bisogno i bambini».
Ci sono altri aspetti che potrebbero essere migliorati?
«Sicuramente i mesi più caldi, non solo luglio, ma anche giugno, potrebbero rappresentare il periodo in cui avviene una maggiore contaminazione con gli attori esterni alla scuola, come le cooperative. Questi contributi, però, dovrebbero rientrare all’interno di una precisa programmazione: da un lato alleggeriscono il lavoro delle insegnanti e dall’altro arricchiscono le competenze».
Secondo lei perché c’è questa resistenza al mese di luglio?
«Beh sicuramente perché c’è un sindacato molto forte in grado di proporre azioni disturbanti. Dall’altra parte la politica ha commesso l’errore di tenere fuori le insegnanti dal percorso che ha portato all’apertura estiva».
Nei giorni scorsi si è tornati a parlare anche del disegno di legge «zerosei» della consigliera della Civica Vanessa Masè. L’idea è quella di realizzare un sistema integrato fra nido e scuola dell’infanzia, sia per promuovere la continuità del percorso educativo e scolastico sia per efficientare i costi strutturali delle amministrazioni comunali. Una strada da percorrere?
«Il nostro auspicio è che il disegno di legge venga portato avanti. I bambini e le loro famiglie non hanno bisogno di comparti stagni. Bisogna garantire coerenza fra una tipologia di servizio e l’altra».