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venerdì 26 Gennaio, 2024

Ex Bimac a Rovereto, Robol: «Pronti ad accettare gli accordi Itea, chiediamo di dividere le spese sulla base delle proprietà»

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La sindaca: «L’Azienda Sanitaria ha fatto sapere di essere pronta ad aprire entro l’estate gli ambulatori Dovremmo preparare la popolazione»

Mentre il vento gelido sferza Rovereto e muove le recinzioni attorno all’ex Bimac, che riposa immobile nel cuore di Santa Maria, le alte sfere istituzionali sono al lavoro (da circa 15 anni ndr) per consentire il rinnovamento di una delle aree più strategiche per Rovereto e per il quartiere che dovrebbe avere una nuova giovinezza proprio dallo sblocco del cantiere. Se Itea punta l’accento sulla necessità di avere indicazioni formali dal Comune, carte che dovrebbero sbloccare la consegna dell’immobile alla comunità, la sindaca reggente Giulia Robol rilancia la palla a Itea sottoscrivendo gli accordi presi tra le parti (Itea, Apss e Comune) nel loro ultimo incontro avvenuto l’8 gennaio scorso

L’ultimo incontro di gennaio
Durante quella seduta, le parti, oltre a dichiarare la volontà di aprire gli spazi entro l’estate 2024, hanno messo sul tavolo tre scenari possibili per la divisione patrimoniale che dovrà avere delle incidenze per quanto concerne la contribuzione dei singoli alle spese manutentive di tutto il complesso oltre che degli spazi aperti e pubblici. Da quell’incontro, almeno secondo la sindaca Robol, lo scenario da preferirsi vedrebbe attuare in una fase oramai prossima la divisione patrimoniale delle singole particella davanti a un notaio e quindi la divisione delle spese di manutenzione sulla base della percentuale di proprietà dell’immobile posseduta dai singoli enti. «Noi – spiega la sindaca – siamo i più piccoli in questa partita, sebbene l’immobile rappresenti uno spazio strategico importante per la città e per questo non vediamo l’ora che tutto sia pronto e di concludere accelerando. Quello che sarà di proprietà del Comune – continua la sindaca reggente – è sostanzialmente un piano di parcheggio interrato. La parte più grossa la fa Itea e Apss. Durante quell’incontro di gennaio, avvenuto l’8, abbiamo confrontato i vari scenari possibili e ci siamo lasciati con un’indicazione che serviva a mettere tutti d’accordo. Ossia – spiega Robol – la divisione delle spese e delle operazioni di manutenzione sulla base della percentuale del patrimonio posseduto.

«In attesa del protocollo»
«Da quel che so e che ci hanno comunicato – continua Robol -, come Comune siamo in attesa del protocollo che avrebbe dovuto scrivere Itea e che metteva nero su bianco queste volontà. Mi sento tranquillamente di dire che non è l’amministrazione che sta rallentando, ma che il travagliato iter di questo cantiere sia il principale responsabile dei ritardi durati quindici anni. Ora noi siamo pronti e siamo pronti ad accettare quanto discusso in quell’incontro di gennaio. Incontro che ci è stato concesso dopo averlo richiesto ad ottobre – ci tiene a precisare la sindaca reggente -. È essenziale arrivare all’apertura celere dell’ex Bimac».

Cosa cambierà dall’estate
Se tutto andrà secondo i piani e l’Azienda sanitaria riuscirà a mantenere la promessa di arrivare pronta entro l’estate con le ultime migliorie degli spazi interni da sistemare, si potrà quindi procedere con lo spostamento degli ambulatori dall’ex Cassa Malati e dal Follone. «Questa operazione è importante e andrà accompagnata da un’opportuna comunicazione – spiega la sindaca – oltre che metterci nell’ottica di vedere quali saranno i cambiamenti del quartiere. Con l’area che ospiterà personale, e gente proprio per il ruolo sanitario centrale che occuperà, sarà essenziale vedere come questo ci aiuterà a riqualificare Santa Maria e a ravvivare le aree circostanti. Per questo l’apertura dell’ex Bimac è per noi importante. Potremmo prendere le giuste misure per l’intera area». Non ultimo il piano interrato di parcheggi che da anni sono attesi dalla città».

L’appello della sindaca
«Noi siamo recettivi e pronti. Sono d’accordo con la risolutezza del presidente di Itea – sottoscrive Robol – per questo è ora di chiudere in fretta, la soluzione c’è già ed è quella dell’8 gennaio»