L'INTERVISTA

sabato 27 Gennaio, 2024

Livio Iob, decano del meteo cipolle. «Nel 2023 azzeccati dieci mesi. I contadini si segnano tutto»

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Assieme all’amico Ruggero Pinter, è rimasto l’unico a predire le stagioni dell’anno nuovo secondo l’antica tradizione, nella notte della conversione di San Paolo: «Tutti reclamano il nostro calendario»

Il meteo delle cipolle, in Val di Non, lo legge Livio Iob di Cunevo, insieme all’amico Ruggero Pinter di Dardine. È una di quelle tradizioni che non hanno origini certe, ma che ancora oggi sopravvivono. Sono diverse le ipotesi per questa speciale tradizione che tanto interessa chi lavora la terra: c’è chi la riconduce all’Ottocento, chi andando ancora più indietro, sostenendo che le radici siano antichissime. L’unica certezza è che si tratta di una di quelle usanze che non passano mai di moda. Questo Iob lo sa bene, visto che sono moltissimi anni che ripete il rito nella notte tra il 24 e il 25 gennaio con l’assetta, le «scodelline» di cipolla con dentro il sale, che ritira prima che il sole del mattino possa rovinare tutta la magia di questa tradizione. Iob l’11 luglio compirà ottantasei anni e da circa sessanta è il punto di riferimento in zona per la produzione del calendario delle cipolle.
Come è nata la sua passione per questa tradizione?
«È iniziato tutto quando lavoravo all’Automobil club. Me ne parlò un cliente delle Valli Giudicarie e mi diede un calendarietto scritto a mano, semplice, bello e mi spiegò come fare. L’anno dopo, nella notte della conversione di San Paolo, tra il 24 e il 25 gennaio, ci ho provato anche io e da lì l’ho sempre fatto. All’inizio eravamo in due o tre, lo facevamo in silenzio, ora iniziano due giorni prima a chiedermi se faccio le previsioni e se do loro il calendario. Allo stesso tempo vogliono il calendario e lo criticano. Cosa vuoi pretendere da una cipolla? Sbagliano anche quelli del meteo con i satelliti, più in là di tre giorni non vanno (dice ridendo, ndr). Ora sono due giorni che sono uscite le previsioni e tutti reclamano il calendario».
Una passione che dura da moltissimi anni e che condivide con un amico.
«Siamo rimasti io e un amico, Ruggero Pinter a farlo. Viene qui da me e facciamo una chiacchierata sui risultati. C’è bisogno di questi momenti di socialità, di condivisione. Dopo che sono state fatte le previsioni si realizza il calendario, lo faccio stampare e poi viene distribuito. Quest’anno ho avuto la sfortuna che mi hanno invertito un mese e quindi lo hanno dovuto ristampare. Per il 2024 abbiamo messo: febbraio asciutto, marzo bagnato, aprile e maggio asciutto, giugno bagnato, luglio variabile, agosto bagnato, settembre asciutto, ottobre e novembre bagnato; dicembre e gennaio (2025, ndr) asciutto, sperando che siano sbagliate e che venga neve, perché c’è bisogno. Nel 2023 su dodici mesi, dieci li abbiamo indovinati. Adesso ci sono i contadini che li segnano e vengono a dirmi se ho sbagliato o fatto giusto, vengono a rendicontare».
Questa è una tradizione molto vecchia, c’è stata qualche soddisfazione in questi anni?
«È molto vecchia, ho letto su Facebook che in Italia le previsioni con le cipolle venivano fatte già nel 1850, allora non c’erano i satelliti. Le belle soddisfazioni sono quelle di andare nelle scuole a raccontarlo. Ogni tanto ci chiama qualche scuola elementare, perché i ragazzini vogliono sapere e allora andiamo io e Ruggero. Siamo già stati in due-tre classi. I ragazzi sono curiosi e fanno domande alle quali a volte non si sia come rispondere».
È una tradizione che lei ha condiviso con i suoi nipoti?
«Sì, l’ho raccontata molte volte ai miei pronipoti. L’altra mattina, verso le otto, mi ha chiamato mio nipote Claudio, quello che lavora la campagna e mi ha chiesto: “Zio quante volte mi fai irrorare quest’anno?” e io gli ho risposto di stare tranquillo. La primavera sembra che sarà tranquilla».
Se qualcuno volesse conoscere la tradizione, lei è disposto a raccontarla?
«Certo, basta che mi telefoni, lo insegno a chiunque, non sono geloso. Il meteo si fa tra il 24 e il 25 gennaio, nella notte della conversione di San Paolo. La sera del 24, dopo il tramonto del sole, si prepara un’asse con dodici scodelle di cipolla, possibilmente di una unica. Poi si mette un cucchiaino di sale grosso in ognuna e si posiziona il tutto all’esterno, verso il levante. La mattina dopo bisogna riprendere l’asse all’alba, cercando di evitare che le cipolle prendano il sole, altrimenti cambia il risultato».