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martedì 30 Gennaio, 2024

Scuola di Medicina, Bolzano boccia la proposta di Tonina: «In autunno la collaborazione con l’Università di Milano»

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L’assessore provinciale alla salute altoatesino risponde al suo omologo trentino: «Il nuovo corso di laurea partirà con 60 posti»

Gli spazi di manovra erano angusti, ma Tonina ci credeva ancora. Tant’è che al forum de il T l’assessore provinciale alla salute ha annunciato la volontà di incontrare il suo omologo altoatesino, Hubert Messner. «Sarebbe nell’interesse di entrambe le province avere una sola Scuola di Medicina in regione», ha detto. Ma Bolzano smorza subito le speranze di Trento. «In autunno contiamo di partire con il nostro corso in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano», fa sapere lo stesso Messner.
A luglio dello scorso anno la Provincia di Bolzano e l’ateneo lombardo hanno firmato un protocollo d’intesa per l’istituzione del corso di laurea. «Il percorso di studi sarà in inglese, mentre i tirocini si svolgeranno in tedesco e italiano — dice il neo assessore altoatesino alla salute — Se non ci saranno intoppi a livello amministrativo, partiremo già in autunno. Anni fa c’era l’idea di fare una Scuola di Medicina con Trento, ma non è andata in porto». Il nuovo corso di laurea partirà con 60 posti. In questo modo la Provincia di Bolzano spera anche di creare un polmone di medici capace di contrastare le carenza di personale.
Per rispondere alla penuria di professionisti, in particolare di medici di medicina generale, secondo il presidente dell’Ordine dei medici di Trento, Marco Ioppi, bisognerebbe anche valorizzare di più il loro ruolo. E in questo senso Ioppi guarda con favore alla proposta di Tonina sui medici di famiglia. «Devono essere medici della persona, non burocrati, passacarte — considera la guida dell’Ordine — Abbiamo avuto tanti giovani che hanno abbandonato questa professione perché erano oberati di lavoro che poco aveva a che fare con la cura delle persone. Per rendere più attrattivo il ruolo del medico di medicina generale dobbiamo restituirgli dignità». Liberare i medici dal carico burocratico va nella giusta direzione. «Da un lato possiamo aumentare la dotazione di figure amministrative a sostegno dei medici di famiglia, ma dall’altro dobbiamo anche diminuire il tetto massimo di assistiti: non dovrebbe essere superiore ai 1.400 pazienti», sostiene Ioppi. Oggi, invece, il limite di assistiti per medico di famiglia è fissato a 1.500 con possibilità di deroga a 1.800. «Dobbiamo mettere i medici nelle condizioni di lavorare bene, altrimenti si creano solo frustrazioni e insoddisfazioni», conclude.