tennis
mercoledì 31 Gennaio, 2024
di Francesco Barana
L’età del boom. Il tennis, grazie a Jannik Sinner, la sta vivendo ora come mai prima, anche più che negli anni Settanta di Adriano Panatta e della prima Coppa Davis. «Questa popolarità non ha precedenti», conferma Gianni Milan, vicepresidente vicario della Fitp, la Federazione del tennis che raggruppa anche il padel e che è la seconda in assoluto (dietro al calcio) come numero di tesserati: «Ma realisticamente, nel giro di qualche anno, supereremo anche il calcio. Però non ci bastano i numeri, dietro a quelli ci deve essere qualità e progettualità» chiosa Milan.
Un percorso, sul piano politico, avviato dalla Federazione nel 2008, nel momento di maggior crisi, con la nascita di una tv in chiaro dedicata (Supertennis) e l’accordo di collaborazione con le accademie e i coach privati (fino ad allora un tabù). Poi l’interesse mediatico che cresce con le vittorie di Fabio Fognini (Montecarlo 2019) e Matteo Berrettini (finale di Wimbledon 2021), e infine esplode negli ultimi mesi con Sinner, che va in finale a Torino alle Atp Finals e scrive la storia vincendo la seconda Coppa Davis azzurra e gli Australian Open, primo Slam italiano dopo 48 anni.
Milan, cos’è Sinner per il tennis italiano?
«Un simbolo che sta dando una spinta incredibile a un fenomeno – la crescita del nostro movimento – che era già in atto. Ha vinto uno Slam, ma c’è dell’altro».
Il carisma?
«Già. Sinner “buca” lo schermo, arriva con immediatezza agli italiani per la persona che è. Sono la sua semplicità e la sua umiltà che piacciono. La sua umanità. È un ragazzo perbene, educato, che nelle interviste non dice mai cose banali. Prenda quello che ha detto sui suoi genitori dopo aver vinto l’Australian Open…».
Li ha ringraziati per avergli lasciato la libertà di scegliere…
«Un messaggio potente, evocativo. Come è potente aver detto, prima della finale, che sarebbe sceso in campo con il sorriso. Ha trasmesso ai ragazzi un messaggio: il tennis è prima di tutto un gioco, divertitevi. L’emotività da competizione, comprensibile, non deve però diventare ansia».
Il personaggio Sinner, nell’immaginario collettivo, sta superando i confini dello sport…
«Lui è un fenomeno di massa, sta entrando nel costume e nella società italiana come accade ai grandi campioni. Sinner esprime e incarna al massimo la filosofia del libero arbitrio, della libertà del singolo di scegliere e di scegliere al meglio».
Anche voi della Fit, in tempi non sospetti, avete compiuto scelte che si sono rivelate determinanti…
«Abbiamo fondato una tv tematica in chiaro, tutt’oggi siamo l’unica federazione al mondo…».
E avete avviato una collaborazione con le accademie private, con le quali prima litigavate…
«Vero, in passato se non eri della Fit eri fuori dal sistema. Oggi invece i coach privati si appoggiano a noi, diamo loro supporto e mezzi in cambio di una conformità di approccio nei metodi di lavoro e nella programmazione. Così abbiamo alzato il livello generale. Prenda per esempio un numero 250 del mondo: non è un professionista, ma noi gli paghiamo le spese. Oppure mettiamo a disposizione dei coach privati tecnici, preparatori e nutrizionisti. In questo modo abbiamo fatto crescere i Musetti e i Sonego. È Filippo Volandri, che oltre che capitano di Davis, è direttore tecnico della Fitp, che controlla che le accademie rispettino il programma».
Lo accennava prima: dietro ai grandi numeri del boom, è necessario mantenere qualità…
«Non vogliamo che nascano campi da tennis a caso, per poi essere lasciati a gestioni improvvisate. È nostro interesse che ogni circolo che sorge lavori in un certo modo, pianifichi e operi dentro a una specifica progettualità, dia dei servizi e offra attività di livello, dalla preparazione dei maestri alla programmazione di partite e tornei. Lo stato di salute di un movimento non lo misuri dal numero di quanti si iscrivono, ma dal numero di quelli che proseguono».
In questi giorni, dopo l’occasione mancata di trasmettere la finale degli Australian Open, in Rai è riscoppiata l’antica polemica per una tv di Stato distaccata dal tennis. Con un Sinner così, riusciremo mai ad avere il grandissimo tennis in chiaro? È la tv generalista che arriva alla massa e crea l’epica.
«Guardi, con noi sfonda una porta aperta: siamo quelli che hanno fondato una tv in chiaro sul tennis. Come Federazione stiamo facendo il possibile, esercitando anche delle pressioni sul Governo, benché il problema di fondo, chiaramente, rimane economico, quindi la difficoltà delle tv generaliste come Rai e Mediaset a competere con le pay tv. Sky ha comprato i diritti completi dei tornei Atp 2024, significa che anche noi con Supertennis, a differenza degli anni scorsi e a meno che i negoziati in corso non portino a un accordo, non possiamo più trasmettere gli Atp 250 e 500».