La grande opera
mercoledì 31 Gennaio, 2024
di Donatello Baldo
In Cina sono soddisfatti del lavoro fatto. Sul sito della China Railway Engineering Equipment Group — l’impresa incaricata della realizzazione delle frese che scaveranno la galleria della circonvallazione di Trento — ci sono le foto e il comunicato stampa che annuncia la conclusione del lavoro della prima macchina. «Il 29 dicembre — si legge infatti sul sito ufficiale — la “China Railway No. 1400”, sviluppata dal Gruppo China Railway Equipment, è uscita con successo dalla linea di Zhengzhou e sarà utilizzata nel progetto della ferrovia ad alta velocità di Trento, in Italia». Entusiasti, dicevamo: «Si tratta — scrivono infatti i cinesi — di un altro capolavoro frutto della collaborazione China Railway Equipment e i clienti italiani».
Il team di ricerca e sviluppo di China Railway Equipment — continua il comunicato — «ha analizzato a fondo la richiesta del cliente e ha colto con precisione le difficoltà del progetto, sviluppando e progettando la macchina con un diametro di scavo di 9,68 metri e un peso di 2.500 tonnellate».
L’attrezzatura è dotata di «tecnologie intelligenti come il risparmio energetico verde e la correzione automatica delle deviazioni», e «il sistema di manutenzione intelligente della macchina è stato applicato in modo innovativo per garantire la sicurezza». Grazie a una serie di nuove tecnologie, assicurano che «non solo si riducono le emissioni di carbonio, ma migliora anche l’efficienza di scavo».
Nel sito si parla anche del bypass: «Fa parte della costruzione del portale sud della galleria di base del Brennero, un progetto strategico per lo sviluppo della mobilità sostenibile in Italia. Una volta completato, il progetto migliorerà la capacità di trasporto merci internazionale e la competitività dell’Italia».
Nessuna notizia su quando sarà spedito, su quando arriverà in Italia, su quante altre frese sono in produzione. Ne erano previste quattro, per stare nei tempi stretti del Pnrr: due avrebbero scavato le due canne della galleria partendo da sud, a Mattarello, e due da nord, a San Martino. Ora che il progetto è uscito dal Pnrr i tempi — entro il 2026 — non sono più perentori, ma se fossero meno le frese i tempi si allungherebbero di molto, e slitterebbe anche il progetto dell’interramento della linea storica nel centro cittadino.
Nessun dato nemmeno sui costi. Inizialmente, nel Progetto di fattibilità, le frese avevano un costo previsto di 10 milioni di euro ciascuna, ma sembra che i costi siano aumentati di molto, fino a un totale che sfiora i cento milioni di euro.