Il ricordo
mercoledì 31 Gennaio, 2024
di Leonardo Omezzolli
«Un grande educatore». «Un uomo del fare, nell’educare». Sono solo due delle tante testimonianze che sintetizzano in poche parole l’importante lascito di Claudio Stedile, l’ex docente e dirigente provinciale precursore di politiche giovanili all’avanguardia capaci di mettere al centro i ragazzi e le ragazze, scomparso lunedì all’età di 75 anni. Un lutto che ha rattristato l’intero mondo scolastico che Stedile ha attraversato, prima come docente, poi come dirigente fino a giungere in Provincia al fianco dell’allora assessore Tiziano Salvaterra. Un uomo conosciuto per la sua capacità comunicativa e la caparbietà di progettare un modello istruttivo per dare valore non solo alla scuola di pensiero, ma anche alla manualità, all’importanza del «saper fare». Una scuola che Stedile ha cercato di formare sul modello educativo di don Milani, una delle sue bussole imprescindibili.
«Un formatore e un grande educatore che per tutta la vita si è dedicato a questo – ricorda l’amico e allievo Paolo Tonelli – Ricordo come per lui don Milani fosse un motivo di studio e approfondimento. Ci fu un anno in cui organizzò un grosso congresso su don Milani tanto apprezzato e approfondito che ne uscì addirittura un volume. Un’altra sua bussola, un suo punto fondamentale, soprattutto per quella generazione come la mia che, frutto del ‘68, guardava all’istruzione come un processo quasi filosofico, mentale. Stedile ci ha insegnato e, mi ha insegnato, il valore della manualità, della professionalità, del saper fare anche in ambito educativo e formativo. Mi ha insegnato l’importanza di toccare con mano e di come una scuola che insegna una professionalità manuale non sia una scuola di secondo livello».
Stedile, non molti lo sanno, è stato un abile giocatore di calcio, un mediano attento e performante tanto da essere stato uno degli uomini di punta del grande Rovereto, quando la società era arrivata in serie C tra il finire degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ‘70. «Lo conobbi – ricorda Tonolli – quando venne a insegnare a Riva alle medie. Lì capimmo la sua grandezza. Fu il primo a istituire un corso sul saper essere genitori, partendo dal fatto che siamo tutti genitori imperfetti». L’attenzione per la scuola, per i giovani, per la formazione che sia risposta fattiva alle esigenze della contemporaneità non l’ha mai abbandonato, nemmeno nei duri anni di malattia. «Ci siamo scambiati l’ultima parola giovedì scorso – ha ricordato Tonelli -. Mi diceva “Paolo, dobbiamo pensare ai giovani, serve un progetto per loro, dobbiamo farci sopra un progetto”».
Stedile amava andare a funghi e dopo aver insegnato in Alto Garda e in Vallagarina, l’altra sua zona del cuore erano i boschi attorno al lago di Calàita che attraversava in lungo e in largo alla ricerca dei pregiati miceti. Tra gli amici di sempre, fin da quel primo incontro avvenuto a Folgaria, quando Stedile era da poco diventato dirigente delle medie locali, c’è l’ex assessore provinciale Alessandro Olivi. «Io ero un giovane assessore all’istruzione in comune – ricorda Olivi – Da dirigente mi chiamò, mi fece sedere e mi disse “parlami di te”. Ne iniziò un rapporto di stima istituzionale e di forte amicizia». Olivi ricorda l’infinito entusiasmo di Stedile per la materia formativa tanto che fu lui a proporre al consiglio provinciale di riconoscerne formalmente l’impegno con un riconoscimento consegnatogli nel maggio dello scorso anno. «Per lui la scuola non doveva essere solo nozionistica, ma – sottolinea Olivi con voce rotta dalla commozione – uno strumento che portasse i ragazzi a stare nelle comunità. Per me è stata una figura importante, mi ha spronato a continuare nell’impegno pubblico e mettermi a disposizione della comunità. Lui – ci tiene a sottolineare Olivi – è stato un uomo del fare, particolarmente attento a connettere la scuola con la società a fare in modo che nei banchi non passasse solo la formazione scolastica, ma che venissero dati anche gli strumenti per contrastare la lotta alle disuguaglianze.
Uno dei suoi meriti fu quello di nobilitare l’applicazione tecnica. Tra i progetti più belli realizzati con lui ci fu la creazione di una scuola di ragazzi in difficoltà che hanno imparato ad aggiustare vecchie biciclette. La mettemmo in Meccatronica. Fu una delle più belle startup che creammo».
«Ho avuto l’onore di conoscerlo da vicino – ha commentato l’ex presidente della Provincia Lorenzo Dellai – e di apprezzarne le qualità umane e professionali. Claudio è stato uno dei testimoni più autorevoli e credibili di cosa significa per la nostra Comunità Autonoma esercitare la competenza nel campo della Scuola, oggi alle prese con scenari difficili e con incognite non di poco conto». Anche la Provincia ha voluto ricordarlo: «Ci ha lasciato un uomo di scuola – ha evidenziato il dirigente provinciale Roberto Ceccato – che ha sempre promosso la dimensione educativa e la responsabilità degli adulti verso le giovani generazioni». I funerali si terranno al cimitero di Arco, dove viveva, domani alle 14.30.