salute
venerdì 2 Febbraio, 2024
di Davide Orsato
Le lunghe attese in sanità non sono di certo una novità, soprattutto dopo i due anni di Covid, che hanno fatto esplodere la gestione delle prestazioni ordinarie. Ed è successo, anche, che a farne le spese sia quelle persone che devono rinnovare la patenti di guida davanti alla Commissione medica locale. Non una prassi per tutti, ma che coinvolge, anche in Trentino, migliaia di persone alle prese con diverse patologie o che devono superare una dipendenza (anche da uso di alcol). Negli ultimi mesi, sono aumentate le segnalazioni: utenti hanno lamentato un’attesa che rendeva la procedura complicata anche con una previdente programmazione. Risultato: scade il documento, e si va avanti di proroghe.
A confermare le tempistiche, l’Automobile club di Trento: «Ci sono giunte diverse segnalazioni dagli utenti – spiega il presidente dell’Aci Fiorenzo Dalmeri – i tempi d’attesa, già lunghi negli ultimi anni, sono esplosi di recente, con punte di sette mesi». La questione, naturalmente, non riguarda i rinnovi ordinari, quelli che avvengono con una semplice visita dal medico (in gergo definito «monocratico)». «Casi – spiega sempre Dalmeri – che si riesce gestire anche direttamente da noi nel giro di pochi giorni».
Se la situazione è peggiorata nei mesi scorsi c’è un motivo: a dicembre 2023 e durante il mese di gennaio che si sta per concludere sono «saltate» le visite extra. Si tratta delle cosiddette «Poa», le prestazioni orarie aggiuntive che vengono effettuate, anche in altri ambiti, dal personale medico, infermieristico e amministrativo autorizzato al di fuori dall’orario di lavoro nell’ambito di uno specifico progetto di lavoro autorizzato dal direttore generale dell’azienda sanitaria. Per la commissione medica locale, tale progetto consente di recuperare 120 valutazioni ogni settimana, che assommano a cinquecento al mese. In pratica, l’interruzione dell’attività nell’ambito di tale progetto, ha ridotto di circa mille unità il numero delle visite. «Si tratta di quasi il dieci per cento delle visite effettuate ogni anno – spiega Flavio Odorizzi, direttore della medicina legale dell’Apss – l’anno scorso abbiamo effettuato, infatti, più di undicimila visite, un dato che siamo destinati a superare quest’anno». L’aumento del numero delle istanze è la ragione principale delle difficoltà che sta incontrando la commissione, composta da un medico legale che ha funzioni di presidente, un medico militare e un medico esperto di igiene pubblica. Se si torna indietro al 2015, gli accertamenti effettuati erano quasi la metà, 6.500. Cosa è successo, nel frattempo?
In parte c’entra la demografia, con un aumento della popolazione anziana e, dunque, maggiormente soggetta a quei problemi cronici e di decadimento delle funzioni cognitive che richiedono questa procedura. «Inoltre — spiega sempre Odorizzi — c’è una crescente attenzione, da parte di pubblici ufficiali che porta alla segnalazione alla motorizzazione civile e quindi alla commissione di tutti i casi in cui si sospetti una compromissione funzionale che si ripercuota negativamente sull’idoneità alla guida». Ne dovrebbe beneficiare, di conseguenza, la sicurezza. Tuttavia, in caso di proroghe, gli utenti che dovrebbero essere esaminati, possono continuare a guidare.
Pa l’Apss, però, la soluzione è alle porte. Il dg Antonio Ferro, ha infatti già firmato la proroga del progetto che prevede le prestazioni aggiuntive, ricominciate con il mese di febbraio. C’è anche un’altra novità: dal Covid in poi, le valutazioni della commissione medico locale si sono effettuate solo a Trento e non più a Rovereto. Una situazione che dovrebbe cambiare con la cessione ad Apss degli spazi all’ex Bimac, che saranno dedicati anche a degli ambulatori: novità al riguardo sono attese a breve.