sostenibilità

domenica 4 Febbraio, 2024

Dalle Erbe officinali coltivate sotto le note di Mozart ai piumini «animal free»: la mappa dei negozi bio e vegani di Trento

di

L’offerta si è ampliata negli ultimi dieci anni: «Siamo un baluardo dell’artigianalità»

Che sapore ha uno sciroppo che ha ascoltato Mozart? Il mercato di prodotti per chi sceglie uno stile di vita orientato al biologico e un’alimentazione di tipo vegano o vegetariano sta crescendo e si sta arricchendo di innovazione, anche a Trento. L’offerta nel capoluogo, a detta degli «addetti ai lavori», è andata via via ampliandosi nel corso degli ultimi dieci anni, e anche i grandi supermercati stanno inglobando linee dedicate nei propri reparti. Ci sono, poi, realtà più piccole e focalizzate su questo tipo di clientela.

Percorsi d’innovazione
Quella vegana è una filosofia di vita: riguarda i piatti in tavola come gli abiti nell’armadio. Se per vestirsi d’estate le opzioni di tessuti «animal free» sono molte, l’inverno esige strati efficacemente isolanti. E a dare una risposta non ci sono solo le grandi catene. Dal 2022 la società trentina Seologica progetta e produce linee di giacche termiche sostenibili e senza piume, vegane e made in Italy. A Trento, le ritroviamo a «Boutique Veruska», un negozio in viale Verona.
Con il freddo nel carrello di acquisti compaiono anche tisane e sciroppi.
In via San Pietro, nel negozio di Sofia Panizza «Erbevive», i prodotti hanno alla base erbe officinali coltivate a suon di musica classica. La titolare coltiva in prima persona le piante del «campo melodico» di Vermiglio, in Val di Sole, inondandole con i 432 hertz delle composizioni di Mozart e Vivaldi. Una volta cresciute, vengono lavorate in laboratori trentini per produrre una gamma di diversi prodotti: infusi, cioccolate, grappe, cosmetici e bigiotteria.

Artigianalità vegana
Inoltrandosi nel centro città, in via Belenzani, da ormai sette anni ha aperto un riferimento importante per la comunità: la pasticceria vegana-crudista e biologica, e negli ultimi anni anche bistrot, «Black Sheep». Michele Granuzzo, 32 anni, che gestisce la sua attività con la sorella Sofia e i collaboratori, porta la cultura culinaria vegana in tutta Italia con servizi di catering e workshop dedicati agli appassionati.
Per le forniture delle materie prime Black Sheep fa riferimento a piccoli produttori e la parola chiave è «etica»: «Siamo un baluardo dell’artigianalità e importiamo materie anche dal centro Italia per sostenere le aziende che se lo meritano. In Trentino acquistiamo in particolare lamponi, ribes nero, sciroppi e fiori edibili, oltre ad alcune verdure». Per queste ultime l’attività sta guardando ad un ampliamento degli acquisti dall’azienda agricola Maso del Gusto di Nave San Rocco, un riferimento importante per chi punta ad un’alimentazione biologica. Anche i diversi gruppi di acquisto solidale (Gas) locali, infatti, sono in costante contatto con il Maso per rifornimenti a gruppi di famiglie che vogliono acquistare qualità, con ordini di grandi quantitativi che aiutano a contenere il prezzo.

Negozi dedicati
La ricerca di un equilibrio tra etica e chilometro zero la ritroviamo anche nei negozi di alimentari e detersivi biologici «Biocesta del Gusto», nei due punti vendita di via dei Solteri e via Milano. Questi negozi prendono il nome dal Maso di famiglia della co-titolare Giulia de Gramatica, Maso del Gusto, appunto. Si tratta della prima azienda agricola del Trentino ad adottare il metodo biologico nel 1981. La commessa di via Solteri, Tamara Carli, racconta di una clientela sempre più ampia attirata proprio grazie all’attenzione nei confronti della produzione etica: «Abbiamo prodotti vegani di aziende familiari specializzate che andiamo periodicamente a trovare», racconta. Nel negozio si trovano tante varietà di legumi, frutta secca, frutta e verdura stagionale e a chilometro zero, oltre a detersivi sfusi. «Ci teniamo che i clienti portino i contenitori e li riusino e siamo i primi ad avere un occhio di riguardo in merito. Quando si avvicina il Natale, ad esempio, usiamo per il packaging scatole di prodotti dei fornitori». L’offerta non manca anche per chi non riesce a rinunciare ai latticini. Oltre al latte della Val Rendena di razza autoctona Rendena o Grigio Alpina, che producono quantitativi contenuti, ci sono formaggi di una produttrice di Rovereto (di origine catalana), che vengono prodotti senza olio di cocco.
Altri punti vendita ormai ben radicati sul territorio sono i negozi Naturasì di via Brennero e via Giovanni a Prato.

Il futuro del vegano
Quanto alle evoluzioni del mercato locale, Granuzzo si dichiara moderatamente ottimista: «La mentalità è ancora forse un po’ chiusa. Certo, non è facilitata dalle politiche “green” dell’Unione europea. Non ci sono, per questo settore, sovvenzioni come invece esistono per le aziende di prodotti animali. Non solo, veniamo in qualche modo penalizzati con l’Iva al 22 per cento, perché considerati “prodotti di lusso”, rispetto al 4 per cento di Iva sul latte. Se si facesse per i prodotti vegani la stessa pubblicità dedicata alle auto elettriche vedremmo forse un vero cambiamento».