meteo
domenica 4 Febbraio, 2024
di Davide Orsato
«Pare maggio». In molti ieri lo hanno pensato e, date le temperature, soprattutto quelle massime, raggiunte in molte località del Trentino, non avevano del tutto torto. Quella di sabato 3 febbraio è stata una delle giornate più calde registrate nella storia climatica recente su tutto il settore alpino, non solo in Italia. Una situazione attesa, che durerà ancora qualche giorno, oggi e domani, prima di un graduale rientro nella norma a partire da martedì. Il caldo anomalo è causato ancora una volta dall’anticiclone africano, rafforzato, come avviene spesso in estate, dalle basse pressioni in Atlantico. Il risultato è aria estremamente mite in quota, con zero termico oltre i tremila metri e temperature, almeno in questo weekend, di oltre dieci gradi sopra la media. Una situazione che dura ormai da una decina di giorni ma che ora è nel suo picco assoluto. Le temperature sono aumentate anche nel fondovalle, precedentemente «tenuto al fresco» dall’inversione termica. Le massime raggiunte ieri in Trentino sono state ovunque molto oltre la media degli ultimi trent’anni e in ben dieci stazioni ufficiali di Meteotrentino sono stati superati i 18 gradi. Alla frana di Lases si è arrivati ai 19. Temperatura sfiorata a Levico (18.9), a Pieve di Bono (18.7) a Santa Massenza (18.6). Anche Cavalese, con la stazione posta a 958 metri, ha raggiunto i 18.3. E sempre 18 sono stati registrati a Baselga di Pinè, nelle vicinanze della pista di ghiaccio. Fondo, alta val di Non, si è fermata a 17.9.
In Alto Adige si è andati addirittura oltre, con picchi di venti gradi a Silandro, in val Venosta. Temperature molto alte anche in città, anche se l’ombreggiamento del fondovalle ha limitato le massime: 16 gradi a Trento, un paio di decimi in meno a Rovereto.
Sono valori naturalmente altissimi per la stagione, ma non da record, visto che febbraio, anche in anni recenti, ha fatto registrare massime ancora maggiori, specie verso fine mese. Ma fossero state raggiunte appena un paio di giorni prima, nei giorni «della merla», per l’appunto, sarebbero stati i picchi assoluti per gennaio. Anche le minime sono risultate molto alte (e cresceranno ancora nei prossimi due giorni): la più alta, a Torbole a 7,4.
Una situazione del genere, ovviamente può essere problematica per diversi aspetti: dalla fusione delle nevi, al risveglio prematuro della vegetazione, in seguito suscettibile a future gelate.
Con tutta probabilità, la giornata più calda sarà quella odierna, mentre già da domani è attesa un leggero calo delle temperature. Ma sarà da martedì che arriverà un cambiamento notevole. L’afflusso di aria atlantica, infatti, abbasserà le massime, che si terranno comunque sopra la media stagionali. Ma mancheranno del tutto, a bassa quota, le gelate notturne. Verso la fine della settimana è attesa una perturbazione che potrà rivelarsi molto piovosa (e nevosa a quote più alte: si ipotizza, al momento mille metri).
Dopo dicembre, anche il mese di gennaio ha chiuso estramente sopra la media: 2,4 rispetto al valore degli ultimi trent’anni. La prima settimana di febbraio risulterà ancora più calda. Insomma: per il Trentino, si tratterà del terzo inverno caldo di fila.
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