I rincari e gli effetti
martedì 6 Febbraio, 2024
di Simone Casciano
Decine solo a Trento, molte di più estendendo la ricerca a tutto il territorio provinciale, ma le informazioni sono frammentate e questo è parte del problema. Sono le lettere mandate da Itea al Comune di Trento e alle Comunità di valle per notificare le morosità degli inquilini, pagamenti mancanti che superano per tre volte i canoni d’affitto e che quindi prevedono lo sfratto, ma sono anche «morosità incolpevoli» come le ha definite il consigliere provinciale Paolo Zanella denunciando sabato scorso quanto sta succedendo. Perché legate all’impossibilità, da parte degli inquilini, di pagare spese condominiali schizzate alle stelle a causa dell’inflazione e dell’aumento dei costi energetici.
Trenta solo a Trento
«A noi sono arrivate 28 lettere, di cui 16 solo alle torri di Madonna Bianca», spiega l’assessore alle politiche sociali di Trento, Alberto Pedrotti. Un numero simile a quello constatato tra i suoi assistiti da Daniel Agostini del sindacato Usb. «Noi abbiamo contezza di una trentina di procedure avviate. Ma ci hanno avvisato solo quelli che hanno ricevuto le lettere, pensando ai vari casi che seguiamo si può arrivare anche oltre la cinquantina». Di fronte a questi numeri il Comune di Trento ha chiesto tempo e approfondimenti. «Abbiamo chiesto chiarimenti ad Itea, sospendendo di fatto le procedure al momento. Vogliamo comprendere le ragioni della morosità e se sono stati fatti approfondimenti di carattere sociale per esplorare modalità per le famiglie di rientrare dal debito. Facciamo quello che è possibile, detto che poi, una volta ricevuta la lettera, non dipende da noi quello che succederà. Abbiamo chiesto un incontro a Marchiori, serve il tavolo per l’emergenza casa al più presto».
Crisi di sistema
A chiedere a gran voce il tavolo sono anche i sindacati. «La convocazione è necessaria e urgente – spiega Manuela Faggioni della Sunia Cgil – Solo lì è possibile mettere insieme tutte le criticità del sistema casa in Trentino e iniziare a trovare soluzioni per i vari problemi, che vanno dall’edilizia popolare e arrivano fino al tema degli affitti turistici brevi». Gli sfratti, o potenziali tali, dei «morosi incolpevoli» di Itea sono quindi un’emergenza nell’emergenza. «Il rischio è quello di una bolla sociale enorme – dice Daniel Agostini – Chiediamo lo stop immediato di tutte le procedure di sfratto. Bisogna approfondire, capire e scindere tra chi è sotto sfratto perché ha sforato l’Icef, chi ha una morosità oggettiva (pochi) e chi invece una involontaria, e sono tanti».
«La situazione è incastrata in un circolo vizioso – aggiunge Faggioni – Va proprio ripensato il modo in cui vengono gestite e calcolate le spese condominiali per gli inquilini delle case popolari. Anche perché spesso si tratta di case vecchie, poco efficienti e su cui manca manutenzione. Se Itea è ancora un ente di edilizia popolare deve dare mandato alla sua missione e non si può chiedere dagli inquilini canoni e spese alte quanto il mercato libero». Secondo Agostini è anche un tema morale, che emerge dalle biografie dei nuclei famigliari sotto sfratto.
«Ci sono storie drammatiche. Penso ad una coppia anziana di pensionati che ha lavorato per tutta una vita, che ha sempre pagato le tasse e ora rischia lo sfratto. Parliamo di persone oneste e corrette che non sono in una condizione economica idilliaca, altrimenti non si troverebbero alle torri di Madonna Bianca, e che rischiano di rimanere in mezzo ad una strada per motivi al di fuori del loro controllo». Secondo la Sunia Cgil bisogna capire bene cos’è successo. «Nei condomini esclusivamente di Itea la situazione è stata gestita relativamente meglio – conclude Manuela Faggioni – Nei condomini misti invece, dove ci sono almeno altri 8 proprietari, c’è stata l’esplosione dei costi».