la sentenza
mercoledì 7 Febbraio, 2024
di Benedetta Centin
La Corte d’Appello di Trento ha confermato la sentenza emessa dal gup Enrico Borrelli in primo grado, a marzo 2022, con cui erano stati prosciolti i quattro imputati finiti nell’inchiesta sulle presunte infiltrazioni mafiose nell’affare Feudo Arancio. Indagine della Procura, questa, che aveva acceso i riflettori sulle Cantine Mezzacorona e che ipotizzava il reato di riciclaggio per favorire la mafia in merito all’acquisto dei terreni in Sicilia dove è nato Feudo Arancio. Si erano infatti ritrovati indagati prima, e imputati poi, Fabio Rizzoli, ex amministratore delegato ed ex direttore generale di Cantine Mezzacorona e il presidente Luca Rigotti, già nel cda. Erano già stati prosciolti due anni fa, con una sentenza, avevano commentato i legali, «che ripristina la verità». Questa mattina i giudici di secondo grado in aula hanno ribadito «il non luogo a procedere perché il fatto non sussiste». Per tutti. Compresi i due siciliani finiti nell’inchiesta e cioè Giuseppe Maragioglio di Palermo e Gian Luigi Caradonna, di Agrigento, titolare della Agro Invest, per quanto quest’ultimo nel frattempo deceduto.
La Corte ha poi disposto la distruzione di tutte le intercettazioni telefoniche acquisite nel corso delle indagini.
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