Il caso
giovedì 8 Febbraio, 2024
di Simone Casciano
Che l’uccisione di M90 avrebbe suscitato reazioni in tutta Italia era atteso, che ci potesse essere qualche azione di boicottaggio nei confronti del Trentino era probabile. Che la prima di queste azioni provenisse da una giornalista della Rai nazionale è quantomeno strano. Eppure questo è quello che è successo ieri. La giornalista Silvia Di Tocco, della redazione «Intrattenimento Day Time» e di Unomattina, nelle scorse settimane aveva allacciato i contatti con il Comune di Trento. L’intenzione era quella di realizzare un servizio sul progetto «Bike to work»: l’iniziativa dell’amministrazione pubblica che premia, con un piccolo incentivo economico, i dipendenti comunali che si recano in ufficio con la bici. Ieri la notizia del passo indietro della giornalista, non per motivi inerenti la notizia, ma a causa dell’uccisione di M90.
«Colpa di Fugatti»
«Alla luce dell’uccisione incresciosa avvenuta nella vostra regione contro l’ennesimo povero orso innocente abbiamo deciso di annullare il servizio», questo il contenuto di una prima mail con cui la giornalista ha annunciato al Comune di Trento il passo indietro. Dopo una richiesta di spiegazioni, da parte dell’ufficio stampa, ha aggiunto: «La deontologia professionale mi impedisce di dare visibilità gratuita ad una città capoluogo della Provincia autonoma di Trento guidata dal mandante delle uccisioni degli orsi. Ringraziate il vostro presidente per il boicottaggio che tutte le persone sensibili faranno nei confronti della vostra regione». Raggiunta telefonicamente la giornalista da una parte aggiusta il tiro, specificando che la Rai non c’entra nulla. «Era stata una mia iniziativa autoriale quella di proporre questo servizio – dice al telefono Silvia Di Tocco – Allo stesso modo è stata una mia iniziativa personale quella di cancellarlo. Visto che in Trentino si ammazzano gli orsi come formiche per strada ho detto no. Faccio altro, di più facile e vicino alla mia sensibilità». Dall’altra però sulle accuse a Fugatti non ritratta anzi, tra epiteti e ingiurie, rilancia. «La cosa grave è che i trentini abbiano rieletto questo assassino». Quando le si fa presente che il Comune non ha nulla a che fare con la Provincia, e che anzi le guide sono di segno politico opposto, passa oltre. «Non mi interessa, non vado a vedere il colore della giunta di una città a pochi chilometri da dove si uccidono animali innocenti. Anche fosse la città più green d’Europa io non ci metto più piede». Gli attacchi nei confronti di Fugatti e del Trentino, da parte della giornalista, si estendono anche ai social.
In un post sulla sua pagina la foto del governatore è accompagnata da frasi ingiuriose, in un commento alla notizia di M90 dice che i trentini «devono scomparire tutti».
Le reazioni
Immediate le reazioni al caso scoppiato. La prima è stata quella del sindaco di Trento. Ianeselli, «visto il tenore dei messaggi, offensivi nei confronti delle istituzioni trentine e del tutto contrari allo spirito che dovrebbe animare l’informazione del servizio pubblico» ha segnalato la vicenda ai vertici Rai. «Riteniamo del tutto inaccettabile che una giornalista del servizio pubblico, pagato anche dal canone dei cittadini, decida di boicottare la città di Trento a causa delle proprie opinioni personali – commenta Ianeselli – Che sono naturalmente legittime, ma non possono certo interferire con l’obiettività a cui sono tenuti tutti i giornalisti, tanto più quelli del servizio pubblico. Sono di estrema gravità anche le parole utilizzate nei confronti delle istituzioni trentine: non si tratta di critiche, sempre legittime, ma di parole violente del tutto intollerabili. Naturalmente qui il problema non è il servizio annullato su Bike to work, ma l’offesa a un’intera comunità e il completo venir meno della deontologia professionale». «È inaccettabile il boicottaggio di una giornalista Rai sulla provincia di Trento. Il servizio pubblico non può insultare un’intera provincia che ha democraticamente eletto il suo presidente. Presenteremo un’interrogazione in Vigilanza Rai» annunciano le deputate trentine della Lega, Vanessa Cattoi ed Elena Testor. In serata è arrivata anche la reazione dei vertici nazionali della Rai. «L’Amministratore Delegato della Rai Roberto Sergio appena appresa la notizia di una giornalista di Intrattenimento Day Time che ha criticato le istituzioni trentine dopo la soppressione dell’orsa M90 ha chiesto alla Direzione Organizzazione Risorse Umane della Rai di aprire un provvedimento disciplinare», la nota diffusa dal servizio pubblico.