Il personaggio
giovedì 8 Febbraio, 2024
di Lorenzo Fabiano
Non ci sta Giovanni Veronesi, e dinanzi all’abbattimento dell’orso M90 eseguito dal Corpo Forestale su decreto del presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti, sfoga la sua rabbia e fa sentire tutta la sua indignazione. «È, una mattanza – denuncia -. Hanno agito così velocemente che non c’è stato nemmeno il tempo di fare ricorso al Tar come era avvenuto in altre occasioni nel recente passato». Veronesi, che già la scorsa estate aveva attaccato Fugatti per aver emesso i decreti di soppressione, poi sospesi dal Tar, si appella alla sensibilità del Paese di fronte a ciò che lui stesso definisce con queste parole: «È qualcosa di ignobile, che ci fare un figuraccia davanti a tutto il mondo. L’Italia non può tacere, non può far finta di nulla, si deve ribellare a questa cosa. Non metto in dubbio che qualcuno possa essere anche d’accordo con Fugatti, ma mi rifiuto di credere che tutti i trentini la pensino come lui. Siccome per fortuna in questo Paese qualcuno che pensa ancora con la propria testa c’è, è ora di alzare la voce. Non si può permettere a Fugatti di fare una cosa simile. L’Italia – aggiunge – è uno Stato dove non esiste la pena di morte; e se non esiste per l’uomo, non esiste nemmeno per l’orso. Un presidente di regione non può arrogarsi il diritto di emettere un sentenza a morte; è anticostituzionale, che sia un uomo o un orso, non vedo la differenza. Tutti dovrebbero dire almeno una parola su questo».
Il cineasta toscano si rivolge quindi direttamente agli allevatori: «Capisco siano arrabbiati e impauriti, ma l’orso non è un assassino volontario; se ha ucciso, non lo ha fatto volontariamente. Persino il ministro Pichetto Fratin, che certo non è un sedicente comunista né tantomeno un integralista accanito rappresentante delle associazione animaliste, ha preso le distanze dicendo come la soppressione non possa essere l’unica soluzione; io – prosegue Veronesi – non ho etichette politiche, né sono un attivista green tout court, ma semmai mi reputo una persona ragionevole col senso del giusto. Ecco, diciamo allora che la soluzione estrema adottata da Fugatti rasenta la sadicità. Non ci vuole Einstein a capirlo».
Veronesi chiama quindi in causa il palco del Teatro Ariston al Festival di Sanremo: «D’accordo i trattori e le proteste degli agricoltori, ma Sanremo dovrebbe anche essere l’occasione per denunciare uno scempio come questo. Dovrebbe sollevarsi un’onda d’indignazione popolare, i nomi grossi, quelli che contano, si facciano sentire. Siamo di fronte a uno dei quei casi tipicamente italiani in cui chi detiene il potere ne fa un uso speculativo a proprio vantaggio». Si appella ai più giovani: «Vorrei anche sentire la voce dei ragazzini nelle scuole; vorrei sapere che ne pensano del fatto che si uccide un animale così importante per il Trentino, un simbolo come lo è per l’Abruzzo. Il Trentino è un territorio che ha la fortuna di avere una colonia di orsi che possono diventare una grande attrazione per il turismo, come avviene nei grandi parchi nordamericani. Ripeto, non posso credere che gli abitanti del Trentino non abbiano capito questa cosa e siano tutti schierati a fianco di Fugatti pronti a uccidere gli orsi».
La scorsa estate, dinanzi al decreto di abbattimento dell’orsa JJ4, poi sospeso dal Tar, Veronesi, che il 14 febbraio sbarcherà nella sale col suo nuovo film «Romeo è Giulietta», aveva annunciato l’intenzione di voler raccontare la vicenda degli orsi in Trentino sul grande schermo «Sì, voglio farci un film sull’arroganza degli uomini che vogliono mandarli a morte. È una questione di principio. Questa storia sembra un cartone della Disney, dove i bambini prendono le difese dell’orso e gli adulti diventano i cattivi», aveva detto. Ora, all’indomani dell’abbattimento dell’orso M90, quell’idea la ribadisce con ancora maggior forza e determinazione «Se lo volevo fare allora, adesso a maggior ragione ne sono ancora di più convinto. Più ne ammazzano di orsi, più andrò fino in fondo e mi opporrò a questa mattanza».