L'inchiesta
sabato 10 Febbraio, 2024
di Simone Casciano
Un colpo di proiettile, sarebbe stata questa la causa del decesso di F36, l’orsa ritrovata morta la sera del 27 settembre scorso in val Bondone, nel comune di Sella Giudicarie. Sul corpo dell’animale sarebbe stato individuato un foro di entrata e un foro di uscita di un proiettile che lasciano spazio a pochi dubbi su quale sia stata la causa di morte dell’orsa. Un animale su cui pendeva un’ordinanza di abbattimento, sospesa però dal Tar, emessa dal governatore Fugatti dopo che F36 era stata identificata come l’orsa responsabile del falso attacco, per difendere il suo cucciolo, a due ragazzi, di 27 e 28 anni, nei boschi sopra Roncone lo scorso 30 di luglio.
F36 e Mj5: le morti misteriose
Sulla sorte di F36 da tempo sono stati sollevati dubbi. Come su quella di Mj5, l’orso responsabile dell’aggressione a Cicolini il 5 marzo 2023 in val di Rabbi, trovato morto lo scorso autunno. Già lo scorso 31 dicembre l’assessore provinciale Mario Tonina, intervenuto a un Forum del «T», aveva detto: «Gli ultimi tre orsi ritrovati morti non sono deceduti per cause naturali. La gente è esasperata e trova da sé le risposte». Parole che erano state smentite, ma che trovano oggi nuove conferme. La causa del decesso di F36 sarebbe stato un proiettile. L’orsa avrebbe trovato la sua fine davanti alla canna di un fucile. Per Mj5 mancano ancora indicazioni chiare, ma proprio l’avvelenamento, come indicato da Tonina, sarebbe l’ipotesi più accreditata. In entrambi i casi il fatto che le autopsie siano state eseguite, gli esiti comunicati alla Procura di Trento e che ancora non ci siano state comunicazioni ufficiali né alla Provincia, né agli organi di stampa, perché su tutte e due le vicende incombe ancora il segreto istruttorio, rafforza la convinzione che si sia trattato di morti violente. Difficile spiegare altrimenti il protrarsi così a lungo delle indagini. Se confermate sono indiscrezioni che gettano un’ombra oscura sul Trentino, dipingono una realtà in cui le persone, non sentendosi più tutelate, agiscono in prima persona quello che percepiscono come un problema prioritario.
M62 tra archiviazione e dubbi
Anche su un’altra morte permangono i dubbi delle associazioni animaliste: M62. Si tratta dell’orso, confidente, trovato morto in un’area tra il lago di Molveno e San Lorenzo in Dorsino lo scorso 30 aprile. In questo caso l’autopsia aveva escluso la possibilità di una morte per mano dell’uomo e, pur riconoscendo la difficoltà a individuare precisamente le ragioni del decesso a causa dello stato di decomposizione dell’animale, indicava come ragione più plausibile la morte a seguito di scontro con un altro orso. Del resto le lotte tra plantigradi maschi per il controllo del territorio e delle femmine sono un comportamento molto comune nella specie. Si tratta però di un esito che non ha convinto le associazioni animaliste, tanto che alcune hanno fatto opposizione rispetto alla richiesta di archiviazione avanzata dal pm della procura di Trento titolare del fascicolo
I dati di StopCasteller
Alla vigilia della manifestazione a Trento per gli orsi, infine, è arrivato anche un rapporto degli attivisti di StopCasteller che va a ricapitolare la sorte di 62 orsi in Trentino dal 2000 al 2024. Tra di questi, 10 risultano scomparsi, una dicitura che però non indica necessariamente un decesso. Un orso scomparso potrebbe anche trovarsi in un altro paese oppure essere scomparso dalla griglia dei tracciamenti, che del resto negli ultimi anni sono stati meno scrupolosi rispetto al passato. In alcuni casi però si potrebbe ipotizzare il bracconaggio. È il caso di Masun uno dei primi orsi trentini, scomparso nel 2000 ma di cui a lungo si è sospettato l’abbattimento nella zona di Bagolino. Sono 5 gli orsi ad essere stati catturati dal 2000 ad oggi: Jurka, Dj3, M49, M57 (aggressione di Andalo) e Jj4. Sei gli orsi morti a causa di investimenti. Nel 2013 M2 fu ucciso con un colpo di fucile da ignoti. 2 le morti a causa di veleno accertate. Quattro i decessi durante tentativi di cattura da parte del corpo forestale della Provincia, spesso a causa dell’anestesia come fu per Daniza. Otto gli esemplari uccisi da altri orsi, un fenomeno in aumento e che forse racconta quanto l’aumento di numeri stia rendendo più aspra la lotta per il territorio. Cresce anche il numero delle morti per cause sconosciute: 17 in totale, ma 5 solo nel 2023. Un dato che non può non far scattare un campanello di allarme.