L'indagine
martedì 13 Febbraio, 2024
di Tommaso Di Giannantonio
La mobilità, si sa, è uno dei tasselli chiave della transizione ecologica. Ma in Trentino, forse, lo è ancora di più. Perché ogni giorno quasi una persona su tre lascia il proprio comune di residenza per raggiungere un luogo di lavoro o di studio. E quasi tutte utilizzano un mezzo privato, l’automobile o la motocicletta. Non solo. In Trentino il tasso di pendolarismo extra-comunale ogni 100 abitanti supera la media italiana: 26,5 residenti a livello provinciale contro i 21,5 a livello nazionale.
I territori popolati da pendolari
Non è un caso che in Trentino il settore dei trasporti sia il principale responsabile delle emissioni di gas a effetto serra: assorbe il 30% della CO2 equivalente.
Lo spaccato sul pendolarismo emerge da un report pubblicato pochi giorni fa dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) sulla mobilità territoriale. In Trentino si stimano 144.523 persone che ogni giorno si spostano fuori dal comune di residenza per lavoro o studio. La provincia di Trento — anche per motivi legati alla morfologia del territorio — è tra quelle maggiormente caratterizzate dal pendolarismo: nella classifica nazionale (su 110 province) si piazza al 25esimo posto. Ogni 100 abitanti ce ne sono appunto 26,5 costretti a lasciare il proprio paese quotidianamente.
I comuni maggiormente popolati da pendolari sono Vignola Falesina (il 60,6% della popolazione), Pelugo (il 53,5%) e Cavizzana (il 51,9%). Guardando la mappa del pendolarismo (vedi grafico), si evince che la maggior parte degli spostamenti gravita attorno alla città capoluogo. Mentre le Giudicarie, la Bassa Valsugana e la Val di Non sono i tre territori più esposti al fenomeno del pendolarismo.
Lavoratori e studenti pendolari
Restringendo il campo ai soli lavoratori (esclusi gli studenti), si stimano 111.768 pendolari. In particolare si registrano 20,5 pendolari ogni 100 abitanti (31esima posizione), ancora una volta si tratta di un valore più alto rispetto ai 16,5 della media nazionale. Troviamo Vignola Falesina (41,7%), Calliano (39,8%) e Pomarolo (38,7%) ai vertici.
In Italia il pendolarismo lavorativo extra-comunale «varia tra il valore massimo di 31,8 nella provincia di Monza e della Brianza e quello minimo di 5 a Crotone. I territori con la maggiore mobilità extra-comunale — si legge nel report dell’Istat — si trovano principalmente lungo la fascia a nord del Po, grazie all’effetto congiunto di alti livelli occupazionali e frammentazione del tessuto comunale».
Infine, per quanto riguarda gli spostamenti per motivi di studio, si stimano 32.755 studenti pendolari, 6 ogni 100 abitanti (23esima posizione). I comuni più interessati sono Sfruz (20,2%), ancora Vignola Falesina (18,9%) e Cis (18%).
Solo l’11% in bus o treno
La maggior parte dei pendolari viaggia sui mezzi privati. Stando alle indagini dell’Istituto di statistica provinciale (Ispat), l’11,5% si muove a piedi per raggiungere il luogo di lavoro o studio, il 75,1% un mezzo privato, l’11,4% un mezzo pubblico e il 10,2% la bici. «Il 40% degli spostamenti sono concentrati nella fascia oraria fra le 7 e le 8 di mattina — puntualizza il dirigente provinciale Roberto Andreatta, che si occupa di mobilità — Il rientro presso l’abitazione è invece scaglionato durante l’arco del pomeriggio: il 27% dei cittadini rientra a casa fra le 13 e le 15 e il 30% fra le 16 e le 18».
Interessanti i dati sulle distanze percorse quotidianamente. «Nove persone su dieci impiegano meno di 30 minuti — spiega Andreatta — E più della metà dei pendolari percorre una distanza inferiore ai cinque chilometri nel tragitto casa-luogo di studio o di lavoro».
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