Il caso

martedì 13 Febbraio, 2024

Fratelli d’Italia, amministratori e presidenti di circolo con Ambrosi: «Congresso da rinviare, serve un confronto»

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La base del partito sta con Alessia Ambrosi. La deputata estromessa dalla corsa per il ruolo di presidente del partito riceve la solidarietà di molti iscritti. Urzì replica: «Soltanto una minoranza»

Alessia Ambrosi non demorde. I probiviri l’hanno sospesa dal partito per 15 giorni, impedendole così di correre per la presidenza di Fratelli d’Italia in Trentino, ma l’obiettivo è il rinvio del congresso di sabato prossimo. La richiesta formale, e l’assist per la deputata, arriva da un nutrito gruppo di consiglieri e assessori meloniani e da numerosi presidenti di circolo: «Appello per un confronto leale, con slittamento del congresso al 24 febbraio», quando anche Ambrosi potrà partecipare. Perché altrimenti, essendoci solo la candidatura di Alessandro Iurlaro — espressione del gruppo Urzì-Gerosa — «il congresso provinciale trentino rischierebbe, in tale situazione, di risultare gravemente falsato».

La base con Ambrosi
«Noi sottoscritti militanti amministratori, iscritti di Fratelli d’Italia in Trentino, preoccupati per il clima venutosi a creare in relazione al prossimo congresso provinciale, nella esclusiva finalità di contribuire a un clima adeguato e necessario per un confronto interno sereno, leale e realmente rappresentativo di tutte le sensibilità, lanciamo un appello per un breve slittamento delle assise alla data del 24 febbraio 2024», scrivono tredici tra consiglieri e assessori di molti Comuni trentini. E sottoscrivono lo stesso testo anche i presidenti dei circoli della Val di Sole (Giovanni Mosconi), dell’Alta Val di Non (Water Clauser), della Bassa Valsugana (Danilo Perin), di Riva del Garda (Elisabetta Aldrighetti), della Val Rendena (Franco Granata), di Piné e Cembra (Fulvio Micheli) e Francesca Barbacovi, presidente dimissionaria del Circolo di Trento e responsabile regionale del Dipartimento lavoro e crisi aziendali.

«Il confronto sia leale»
Gli estensori dell’appello si rivolgono direttamente ad Alessandro Iurlaro: «Condividiamo il suo auspicio per un confronto leale», che se però sarà il candidato unico il confronto viene meno. «Accantonando una volta per tutte la stagione delle divisioni per costruire insieme un futuro di forza e di coesione rispettoso di tutti e per consentire lo svolgimento del Congresso nel miglior clima possibile, in un percorso unitario che serva a mobilitare il partito anche per l’impegnativa sfida europea e delle amministrative a cui tutti devono poter contribuire».

Le vie legali
Tra i sostenitori di Ambrosi, in pochi credono che l’appello possa far modificare la data del congresso. Se con l’avvallo di Roma è stata esclusa una candidata, una successivo passo indietro in “autotutela” è ritenuto molto remoto. Ma se non funzionasse il ricorso interno al partito — corredato, sembra, anche da messaggi in cui il commissario Urzì parteggia per il “suo” Iurlaro — è molto probabile che si cerchi la via esterna, che passa dalle aule dei tribunali. E l’avvocato della deputata Alessia Ambrosi, Lorenzo Eccher, sarebbe già al lavoro per redigere un eventuale ricorso.

La reazione di Urzì: «Minoritari»
La mobilitazione della base — che potrebbe palesarsi anche nel giorno del congresso con una protesta — fa reagire il commissario uscente Urzì. Amministratori e presidenti dei circoli che chiedono il rinvio del congresso, sono «una minuscola minoranza nel partito, davvero minuscola. Un modesto numero di sottoscrittori, quasi tutti di circoli che non hanno mai svolto attività, e fra i più piccoli».