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mercoledì 14 Febbraio, 2024

Per i bidoni dell’organico della val di Sole in arrivo settanta dispositivi anti-orso

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Grandi carnivori, nel report mensile della Provincia le strategie preventive. Per dissuadere il lupo che inseguì la mamma con il passeggino proiettili di gomma

Continua la protesta degli animalisti per l’abbattimento dell’orso M90, conosciuto anche come Sonny, decretato dal presidente Maurizio Fugatti ed eseguito da una squadra del corpo forestale lo scorso 6 febbraio. L’orso si era dimostrato confidente nei confronti dell’uomo e particolarmente attivo nella ricerca di rifiuti organici. E mentre la Digos è impegnata ad approfondire le azioni di contestazioni ritenute «sopra le righe», avvenute durante la manifestazione di sabato 10 febbraio, la Provincia procede con le strategie di gestione di quella che sembra una convivenza sempre più problematica tra popolazione e animali selvatici. Il report mensile della Provincia di Trento sui grandi carnivori fa il punto sulla situazione aggiornata a gennaio 2024. Si procede, fra le altre cose, con il posizionamento di 70 strutture anti-orso in prossimità di bidoni per l’organico in Val di Sole. Per i lupi, invece, si studiano soluzioni dissuasive come l’utilizzo dei pallini di gomma.

Misure anti-orso
Le temperature nettamente sopra la media stagionale, registrate soprattutto nella seconda metà del mese di gennaio e la concomitante scarsità di neve sono potenzialmente terreno fertile per attività degli orsi fuori periodo. Queste, tuttavia, si mantengono per ora limitate ai due casi che si sono verificati di recente, ma che vengono considerati «rilevanti eccezioni». Al centro della cronaca resta la Val di Sole. Un orso è stato avvistato mentre consumava rifiuti organici nei bidoni per la raccolta dell’umido nel comune di Malè, nelle frazioni di Bolentina e Montés. Per limitare questo tipo di attività è in corso in questi mesi la messa in posa di 70 strutture anti-orso, sviluppate proprio per proteggere i bidoni per i rifiuti organici in valle. Al momento ne sono stati installati 25 ed è previsto per i prossimi mesi il posizionamento degli altri 45.

Per l’orso M90 è stato invece deciso un provvedimento definitivo, ovvero l’abbattimento, in seguito a quanto accaduto il 28 gennaio. In quell’occasione, il plantigrade, già radiocollarato il 14 settembre per comportamenti confidenti, «si è reso protagonista di un avvicinamento volontario a una coppia di giovani escursionisti, che ha seguito per circa 700 metri e per 10 minuti», si legge nel report. Ma a condurre al decreto di abbattimento sarebbe stata una certa recidività: «Si aggiunge ad altri precedenti», continua e cita ripetuti ingressi in centri abitati e inseguimenti intenzionali di persone, «nonostante diverse azioni di dissuasione». Per queste ragioni l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ha dato parere favorevole alla rimozione dell’orso.

Le indagini sulle morti «sospette»
A scaldare gli animi sono anche le «morti sospette» degli orsi avvenute negli anni. Secondo le stime del movimento «StopCasteller», sono 62 gli orsi trentini uccisi, catturati o scomparsi negli ultimi 23 anni. Di questi, sarebbero 16 le morti per cause sconosciute e 6 gli orsi abbattuti. Sugli orsi rinvenuti morti nel 2023 ha indagato l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie (Izsve). Nei giorni scorsi, l’Istituto ha reso noti gli esiti di un’indagine, riferiti nel report mensile della Provincia. Il referto riguarda F56, femmina subadulta di 3 anni e 67 kg, trovata morta nel comune di Cavedago il 16 giugno 2023. Le analisi tossicologiche e l’autopsia, eseguita dagli specialisti del Centro specialistico di medicina forense veterinaria dell’Izsve e del Centro di referenza nazionale per la medicina forense veterinaria, hanno appurato che l’animale è morto per cause naturali, ovvero per uccisione da parte di un altro orso.

Lupi in avvicinamento
Pochi danni, tanti avvistamenti. Si moltiplicano le segnalazioni in Trentino. I lupi avvistati si muovono sia singolarmente, che in coppia o in branco. La loro presenza a gennaio ha, fortunatamente, causato danni limitati. Il bilancio è di una capra morta e tre ferite a Villa Lagarina, un nandù e un asino predati rispettivamente sull’altopiano della Vigolana e ad Arco, un asino ferito a Cavedine e due capre a Fiavé. Il moltiplicarsi degli avvistamenti è in linea con il periodo stagionale, in particolar modo in aree aperte di fondovalle, anche nei pressi di centri abitati. Tra le segnalazioni pervenute, spiccano i ripetuti avvistamenti di un giovane lupo confidente attivo tra le valli di Fiemme e Fassa. La più rilevante, molto diffusa tra social media, ha riguardato la presenza di tale soggetto sulle piste di fondo tra Pera e Pozza di Fassa in pieno giorno, dove «il lupo si è mosso anche a pochi metri da persone in passeggiata».

Per contrastare quello che è un atteggiamento sempre più confidente del lupo «sono in atto tentativi di ricondizionarne il comportamento tramite dissuasione con proiettili di gomma», si legge nel report. L’attività è autorizzata da Ispra ma non è di facile attuazione a causa della grande mobilità che caratterizza l’esemplare e che finora ha impedito la messa in atto di interventi di questo tipo.

Il 12 gennaio, sull’A22 in prossimità di Mezzocorona è stato investito e ucciso da un’auto un lupo maschio. Il 31 gennaio, invece, tra Vezzano e Vigolo Baselga un esemplare è stato investito e ucciso da un’auto. Altri due investimenti da parte di veicoli, con il successivo allontanamento spontaneo dei lupi si sono verificati l’11 gennaio a Celledizzo in Val di Peio e il 20 gennaio a Ziano di Fiemme.

E il trend di «incontri ravvicinati» continua anche a febbraio. Risale alla scorsa settimana la predazione, da parte dei lupi, di un’asinella a Isera e gli avvistamenti di esemplari nelle prime ore del mattino anche nella collina di Trento, a Povo.