le analisi
mercoledì 28 Febbraio, 2024
di Redazione
I risultati sembrano incoraggianti e la Provincia precisa che nel terreno dello scalo Filzi non sono presenti inquinanti, come il piombo tetraetile, provenienti dalle aree ex Sloi. Complessivamente la zona dello scalo ferroviario mostra la presenza di un fondo naturale di alcuni metalli caratteristici della zona influenzata dalle mineralizzazioni del monte Calisio e limitatamente ad alcuni punti, una contaminazione dovuta principalmente a composti idrocarburici per i primi metri di profondità. Proprio in questi punti il terreno sarà bonificato da RFI, la società del gruppo Ferrovie dello Stato che gestisce il progetto del bypass ferroviario di Trento, per consentire la prosecuzione dei lavori. Un’attività che procederà tramite scavo e dovrà essere svolta sotto il controllo dei tecnici dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente. Prosegue quindi, in piena trasparenza, l’impegno pubblico per garantire che il cantiere ferroviario proceda con la massima attenzione ai temi ambientali.