il caso

venerdì 1 Marzo, 2024

Caso Forti, l’annuncio di Meloni: «Chico torna in Italia». Gli amici: «Notizia meravigliosa»

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Dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti, firmata l'autorizzazione al trasferimento

Chico Forti tornerà in Italia, e sembra che questa sia la volta buona. L’annuncio è stato dato dalla stessa premier Giorgia Meloni, attraverso un video diffuso da Washington, ospite della Casa Bianca in qualità di presidente di turno del G7: «Sono felice di annunciare che dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti è stata firmata l’autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti. Un risultato frutto dell’impegno diplomatico di questo governo, della collaborazione con lo Stato della Florida e con il governo degli Stati uniti, che ringrazio. È un giorno di gioia per Chico, per la sua famiglia, per tutti noi», afferma emozionata Giorgia Meloni. «lo avevamo promesso, lo abbiamo fatto. E ora — conclude — aspettiamo in Italia Chico Forti». L’annuncio era stato anticipato allo zio di Chico, Gianni, ma si apprende che una telefonata è arrivata anche all’interno del carcere di Miami e la premier avrebbe parlato direttamente con il detenuto. A breve giro interviene anche il vicepremier Matteo Salvini, che si era pure messo la maglietta con la scritta «Chico Libero»: «Firmata l’autorizzazione al trasferimento in Italia per Chico Forti: un abbraccio a lui e alla famiglia, è un’ottima notizia frutto anche dell’impegno e della serietà del governo. Altra promessa mantenuta».
Ventiquattro lunghi anni
La vicenda umana e giudiziaria di questo italiano che ha ancora la residenza in piazza General Cantore, a Trento, è nota. In suo supporto, almeno psicologico, sono sorti comitati, sono stati dedicati incontri, raccolto denaro. Finora gli appelli di personalità dello sport, della musica e delle migliaia di sostenitori, così come l’intervento reiterato delle autorità italiane sembravano non essere riusciti a scalfire il diniego del governatore della Florida ad un trasferimento del detenuto in un carcere italiano. Ci aveva provato anche il Governo Conte a muovere la diplomazia, capitanata dall’allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Era il 23 dicembre 2020 quando annunciò sicuro: «Ho una bellissima notizia da darvi, Chico Forti tornerà in Italia. L’ho appena comunicato alla famiglia e ho informato il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio. Il governatore della Florida ha infatti accolto l’istanza di Chico di avvalersi dei benefici previsti dalla Convenzione di Strasburgo e di essere trasferito in Italia». Poi tutto si arenò.
Tempi e modi
Ieri si è espressa direttamente la premier, sembra che ci siano maggiori sicurezze rispetto al passato. Anche se nessuno fino ad ora assicura sui tempi e sui modi. La questione attiene alle procedure, ai rapporti tra i ministeri della Giustizia statale e federale con quello italiano. E attiene alle modalità in cui Chico Forti dovrà scontare la pena in Italia. Non si tratta infatti di una liberazione, di una grazia. Si tratta — ricordiamolo — di un trasferimento di un detenuto nel Paese d’origine. Ad ora non si sa se l’ergastolo comminato in America sarà commutato in altra pena in Italia, o se seguirà le regole italiane che anche per l’ergastolo prevedono sconti di pena e un massimo di trent’anni di reclusione. C’è chi spera in una detenzione domiciliare, ma è solo una speranza.
Le reazioni: soddisfazione e gioia
Diffusa la notizia, ieri in tanti hanno espresso la loro soddisfazione. Ad iniziare dal governatore trentino Maurizio Fugatti: «Apprendiamo con gioia l’annuncio del trasferimento in Italia di Chico Forti. Si tratta dell’epilogo di una lunga e sofferta storia, che ha visto anche il convinto interessamento e sostegno delle istituzioni trentine. Confidiamo — conclude Fugatti — di poter consentire ai suoi cari che lo attendono a Trento da 24 anni di riabbracciarlo al più presto». Segue la nota del presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini: «La notizia arriva graditissima». E parlando a nome dell’intera Assemblea: «Non vediamo l’ora che accada e siamo grati alle autorità e agli uomini di buona volontà che hanno reso possibile questa svolta, così come siamo vicini ai familiari di Chico». Queste invece le parole del sindaco di Trento Franco Ianeselli: «È una bellissima notizia per Trento. Siamo contenti per Chico Forti, per la sua famiglia e in particolare per la sua anziana mamma Maria e per lo zio Gianni che non hanno mai smesso di battersi e di sperare anche quando pareva non esserci alcuno spiraglio. Il ritorno di Chico in Italia è una vittoria di entrambi e di tutti quelli che non hanno mai dimenticato il loro connazionale in carcere al di là dell’oceano. Ora comincia per lui una nuova vita, nel suo Paese, vicino ai suoi cari. Finalmente l’auspicio di tanti è diventato realtà». Anche il presidente del Consiglio regionale Roberto Paccher esprime la sua gioia: «Nel 2020 sono stato per tre ore con lui nel carcere di Miami. Esperienza che non dimenticherò mai, perché ricorderà per sempre quelle mani che tenevano strette le mie, quelle parole di speranza. Mi disse — rammenta emozionato — che quando sarebbe stato in Italia avrebbe voluto mangiare un bel piatto di canederli». E Paccher si rivolge idealmente a lui: «Te ne porterò un piatto appena torni, te lo prometto». Esprime soddisfazione anche il leader di Campobase: «Siamo felici per la famiglia che potrà finalmente averlo vicino».
L’emozione degli amici
Entusiasmo alle stelle anche tra gli storici amici trentini di Chico riuniti nel Comitato «Una Chance per Chico Forti». «Ho sentito Chico proprio questa mattina – spiega il presidente Lorenzo Moggio – e non sapeva nulla. Era colpito da un momento di malinconia e mi ha chiesto informazioni sulle persone che frequentava a Trento» L’emozione è palpabile: «Questa notizia è meravigliosa. Conferma che volere è potere. Devo ringraziare l’amico Roberto Fodde, residente a Miami: è stata la prima persona che è andata a trovarlo in carcere. Da vent’anni segue Chico e gli è stato vicino, facendo da collegamento con la famiglia e tutti noi. Debbo dire grazie anche ai componenti del nostro Comitato che non ha mai mollato in questi anni, se pur con momenti di sconforto: Alberto Ansaldi, Tito Giovannini, Claudio Ioriatti, Stefano Angheben, Stefano Girelli, Andrea Radice, Marco Colombo, Andy Bertotti, Sergio Boscheri, Mauro Angelini, Stefano Medeghini, Franco Temani e Diego Decarli. Ma un ringraziamento va alle migliaia di trentini che hanno creduto in noi e hanno affiancato il loro contributo finanziario al nostro a sostegno della causa».