Musei
giovedì 7 Marzo, 2024
di Simone Casciano
Senza direttore e con un presidente e un consiglio d’amministrazione in scadenza e per buona parte, probabilmente, in uscita. Il Muse si trova in una situazione particolare. Con il 29 di febbraio è diventato ufficiale il pensionamento del direttore Michele Lanzinger, l’uomo che ha guidato il museo in tutti questi anni portando grandi numeri di visitatori, ma anche grande riconoscimento internazionale e un sempre prezioso e crescente lavoro di ricerca. Contemporaneamente anche il consiglio di amministrazione, composto dal presidente Stefano Zecchi, dalla sua vice Laura Velia Strada e dal consigliere Alberto Pacher sono in scadenza. E se dalla Provincia ancora non arrivano indicazioni su quale sarà il loro futuro, ieri Fugatti in Consiglio provinciale si è negato dietro un laconico «no comment», Pacher ha già annunciato la sua intenzione di lasciare, mentre si fa sempre più persistente la voce per cui Zecchi non sarà riconfermato. Senza direttore e senza presidente è necessario quindi dare al più presto una guida all’ente. Detto Lanzinger ha pianificato la sua uscita programmando la proposta museale fino al 2024 e che nel frattempo a guidare il museo sarà il direttore amministrativo Massimo Eder coadiuvato dai direttori dei vari reparti. «Il nostro obiettivo sarà trovare il nuovo direttore entro l’estate» annuncia l’assessora Francesca Gerosa.
Bando internazionale
Per trovare chi sarà chiamato a raccogliere l’eredità di Lanzinger l’assessora alla cultura vuole fare ampliare il più possibile la ricerca. «Stiamo preparando un bando di concorso il più rigoroso possibile – spiega Gerosa – Ci stanno lavorando i miei uffici assieme a quelli del personale. Il mio auspicio è di portarlo in giunta quanto prima, già nelle prossime settimane, in modo da nominare il nuovo direttore prima dell’estate e permettergli di iniziare a lavorare alla programmazione 2025». L’identikit fatto dall’assessora è ambizioso: «Dovrà essere una persona dotata di capacità manageriali, che sappia intrecciarsi e dialogare con il territorio, ma anche con realtà internazionali e ovviamente con il mondo della scienza». Un profilo che esclude candidati interni? Non necessariamente. «Il Muse merita il miglior direttore possibile – conclude Gerosa – Se questi si rivelerà essere un trentino o una trentina ne sarò felice, ma il respiro del concorso deve essere internazionale». Tra i nomi interni papabili ci sono quelli di Massimo Bernardi e di Patrizia Famà, rispettivamente direttore dell’ufficio ricerca e collezioni museali e direttrice dell’ufficio programmi per il pubblico. Professionisti che hanno lavorato a stretto contatto con Lanzinger e molto stimati dentro il museo.
Zecchi in uscita
Se la partita del direttore sembra chiara quantomeno nei tempi e nelle modalità, quella del consiglio di amministrazione è ammantata di nubi e mistero. Il cda è composto da tre membri nominati dalla Provincia, di cui uno indicato dal Comune di Trento. Se per l’altro presidente targato Lega, Vittorio Sgarbi al Mart, Fugatti in questi giorni ha fatto quadrato, confermandogli fiducia ad oltranza, sul presidente del Muse Zecchi le dichiarazioni del governatore latitano. La sensazione è che si vada verso una sua uscita. Rimane a questo punto l’interrogativo su chi sarà chiamato a sostituirlo. La logica farebbe pensare alla sua attuale vice, sempre di nomina della giunta provinciale, Laura Velia Strada, ma non è scontato.
Pacher lascia
Il problema è che per ora la Provincia non ha annunciato quando intende nominare il nuovo cda, né se ha intenzione di prorogare pro tempore quello attuale, un’ipotesi che si sta facendo strada. Anche il Comune ha bisogno di saperlo per cercare il proprio consigliere. Alberto Pacher infatti ha fatto sapere che lascerà l’incarico per concentrarsi di più sul suo lavoro e su altri impegni. Il Comune è chiamato quindi a pubblicare un bando per le manifestazioni d’interesse. Ma per farlo serve che la cosa si muova a livello provinciale.