la storia

lunedì 11 Marzo, 2024

Famiglia vive in auto con i bimbi: li ospita l’immunologa Antonella Viola. «Ho comprato una casa per loro»

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A distanza di mesi l'immunologa ha raccontato la vicenda

Quel gesto, di grande solidarietà, voleva rimanere privato. Eppure, a leggere una ricostruzione non reale, l’immunologa Antonella Viola  a distanza di settimane ha raccontato la verità. Ossia il suo impegno per aiutare una famiglia tunisina che viveva in auto, che prima ha ospitato per un mese e poi ha accolto in una casa che ha acquistato per loro.

“Avevo deciso di tenere questa cosa assolutamente privata e riservata – scrive l’immunologa in un post – ma oggi l’indignazione è tale che mi sento di raccontare la verità. Leggo su un articolo: “Haddad e Asma hanno due bambini piccoli. Vengono dalla Tunisia, lui è un operaio edile, lei ha da poco trovato lavoro come cameriera. Sono usciti dal sistema di accoglienza perché Haddad ha firmato un contratto per una ditta dell’alto Padovano, eppure per mesi non sono riusciti a trovare una casa per loro e per i loro figlioletti. Hanno dormito anche in macchina. Davanti a un bar, così da poter scaldare l’acqua per il latte in polvere della più piccola. Poi la Fillea Cgil, insieme a Caritas e Avvocati di strada, è riuscita a trovare una soluzione.”
Bellissimo, peccato che sia tutto falso”.

Ed ecco la ricostruzione dell’immunologa: “Io e mio marito – ha aggiunto nel post – abbiamo tolto dalla strada la famiglia di Asma, portandoli dapprima in casa nostra, dove abbiamo convissuto per un mese, e poi comprando un appartamento che andasse bene per le loro esigenze per poterlo affittare ad un prezzo onesto. Non ho mai visto la Cgil, né la Caritas né alcuna altra associazione. Ho speso tantissimo tempo nel girare di agenzia in agenzia per trovare una soluzione confortevole, rapida e alla portata delle mie risorse economiche. La situazione di questa famiglia l’abbiamo risolta io e mio marito, senza ricevere alcun aiuto. Ho voluto farlo in silenzio perché le cose importanti non si fanno per raccontarle ma per il loro valore. E mai ne avrei parlato se non avessi letto queste falsità. Assurdo speculare sul dolore. Assurdo prendersi meriti inesistenti”