Il progetto
venerdì 15 Marzo, 2024
di Massimo Furlani
Non solo un alloggio residenziale ma anche un luogo di aggregazione, scambio, apprendimento, sostegno reciproco: è quello che rappresenta la nuova Residenza O’Santissima di Villazzano gestita dalla cooperativa Sad, presentata ieri mattina. Il nuovo elegante e lussuoso complesso è composto da due parti, come spiega la presidente della cooperativa Daniela Bottura: «Nella parte ovest c’è la residenza Parco Garbari, che offre circa 18 alloggi pensati per studenti e giovani lavoratori, disposti su due piani e con alcuni spazi in comune – spiega – la seconda area, denominata residenza O’Santissima, comprende invece l’Antica dimora, cioè la villa seicentesca del compendio, e l’edificio più moderno, che sono stati entrambi sottoposti a importanti lavori di restauro. Nella parte storica sono già ospitati 9 anziani con i rispettivi alloggi, in quella moderna stiamo ancora ultimando i lavori e verranno ospitate altre 24 persone». Un unico comprensorio, quindi, in cui la cooperativa si pone l’obiettivo di sperimentare un nuovo modello di comunità: «Il concetto che vogliamo promuovere è quello dell’abitare accompagnato – prosegue Bottura – Lo scopo del nostro progetto è quello di coprire il vuoto che c’è fra assistenza domiciliare e il ricovero nelle rsa fornendo un’alternativa concreta a entrambe: abbiamo tanti casi di persone autosufficienti che arrivano a un punto in cui diventano fragili e magari cadono nel rischio della solitudine. Se le lasciamo nelle case diventano casi sociali, e successivamente ricoveri impropri o precoci nelle rsa». Tanti sono quindi gli spazi dedicati all’aggregazione nella residenza O’Santissima: «Gli ospiti dell’Antica dimora hanno i rispettivi alloggi e anche sale in comune come ad esempio laboratori in cui svolgono attività, una palestra, stanze di lettura o locali di servizio come una lavanderia – conclude la presidente – In più ci sono anche uffici della cooperativa e sale in cui si svolgerà la formazione del personale». Da quando nel 2015 la cooperativa ha acquistato dalla Diocesi il complesso, ormai abbandonato da un ventennio, sono state tante le sfide economiche e burocratiche poste non solo dagli aspetti innovativi dell’intervento, ma anche da ostacoli come il covid e la crisi edilizia: «Se siamo riusciti a portare avanti un progetto come questo – spiega l’amministratore delegato di Sad Diego Agostini -, è perché ad averci lavorato è stata una squadra con una fortissima motivazione. L’operazione in tutto è costata circa 10 milioni: due per l’acquisto del comprensorio e la progettazione degli interventi, otto per i lavori svolti anche con la collaborazione della Sovrintendenza dei beni culturali per quanto riguarda il restauro dell’Antica dimora. Sad è riuscito a fare tutto questo da sola, senza aiuti dall’ente pubblico e senza mai portare il proprio bilancio in perdita, utilizzando sapientemente il tempo a disposizione. Tutto ciò è costato molta fatica ma siamo orgogliosi del risultato ottenuto e consapevoli che quanto stiamo facendo oggi avrà una grande utilità anche per il futuro: offrire un’alternativa al ricovero nelle rsa per gli anziani significa anche ridurre i costi». All’incontro erano presenti anche l’assessore Alberto Pedrotti in rappresentanza del Comune e l’assessora Francesca Gerosa per la Provincia: «La mia presenza qui oggi vuole significare quanto l’amministrazione pubblica debba camminare al fianco dei privati che con tenacia affrontano tutte queste difficoltà nell’interesse della comunità – afferma l’assessora provinciale – Viviamo in una società sempre più complessa, in cui il rischio della solitudine è sempre più alto: progetti trasversali come questo, che uniscono giovani e meno giovani, sono passi nella direzione del futuro che noi vogliamo. L’ente pubblico deve sostenere ed essere al fianco di queste realtà, perché da solo non può far fronte a tutte le necessità. Siamo orgogliosi di ospitare in Trentino una struttura come questa che sarà un fiore all’occhiello del nostro territorio».