Il progetto
venerdì 15 Marzo, 2024
di Davide Orsato & Francesco Terreri
Vengono inseriti i dati delle analisi del sangue. Il processore, tenendo conto della cartella clinica del cliente, valuta il rischio di ictus, infarto o altre patologie. Oppure ad essere analizzati sono i dati della trimestrale di un’impresa. Il processore, in base al contesto, alle altre società del settore, all’andamento precedente, valuta le potenzialità di sviluppo dell’azienda e segnala come migliorare gli indici. Sono solo due delle possibili applicazioni dell’intelligenza artificiale (AI) a cui sta lavorando Trentino Digitale, la società controllata dalla Provincia e partecipata da Regione e da tutti i Comuni trentini. «Lavoriamo al Progetto Bandiera finanziato dalla Provincia – spiega il presidente di Trentino Digitale Carlo Delladio – Una serie di progetti di digitalizzazione della pubblica amministrazione e di applicazione dell’intelligenza artificiale su tanti servizi». Il Progetto Bandiera insieme ai nuovi servizi digitali per i Comuni e alla cybersicurezza vale complessivamente oltre 50 milioni di euro, la maggior parte finanziati dal Pnrr e dal Fondo complementare. Si muove su quattro macro ambiti, per i quali sono stanziati 20 milioni: intelligenza artificiale per la pubblica amministrazione, trasformazione cloud delle piattaforme strategiche, servizi digitali per cittadini e imprese, il nodo territoriale per le competenze digitali e il riuso. Altri 27,7 milioni sono gli interventi per gli enti locali coordinati da Trentino Digitale insieme al Consorzio dei Comuni. «Al G7 di Trento – sottolinea Delladio – l’Unione Europea porterà la direttiva appena approvata, prima nel mondo, che va a disciplinare e a mettere paletti all’utilizzo dell’intelligenza artificiale».
Trentino Digitale, di suo, oggi sarà di supporto sia alla conferenza del G7 che alle forze dell’ordine per la gestione della giornata. L’azienda pubblica conta 300 dipendenti, con 60 milioni di euro di fatturato 2023, in linea col 2022. Gestisce 2.500 chilometri di fibra ottica, la rete Tetra della Protezione civile provinciale e la rete wi-fi dove non arriva la fibra ottica. Assiste 2.000 sedi di enti pubblici, Provincia, Comuni, scuole e in parte Azienda sanitaria e gestisce 2.000 server della pubblica amministrazione. Complessivamente sono 15mila le postazioni di lavoro servite, con due data center e 300 applicativi delle piattaforme. Inoltre Trentino Digitale si occupa di cybersicurezza e di supporto al 112. «Aiutiamo il processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione per dare servizi migliori ai cittadini e alle imprese – afferma Delladio – Stiamo sperimentando diverse applicazioni, ad esempio nei servizi di carta d’identità e di certificati». Ma sono molte altre le sperimentazioni in ballo: Trentino Digitale ha avviato da tempo una a sostegno delle aziende, un progetto contro gli attacchi hacker. A spiegarne il funzionamento è il direttore di Trentino Digitale, Kussai Shahin: «In questo caso, l’algoritmo rileva i comportamenti anomali sulle reti, anticipando le attività dei malintenzionati». Tra i progetti esterni c’è anche Irritre, per gestire, assieme agli agricoltori, le reti di irrigazione in modo da limitare al massimo la dispersione di risorsa idrica. Questo per quanto riguarda il fronte esterno. Ma la grande sfida dell’intelligenza artificiale, nella pubblica amministrazione, riguarda anche e soprattutto l’organizzazione interna e il supporto agli utenti. «Stiamo lavorando su diversi fronti — prosegue Shahin — uno è quello del supporto agli operatori, tecnici e funzionari che devono gestire una mole di dati sempre più complessa. L’altro è diretta agli utenti, tramite l’uso degli assistenti virtuali. In entrambi i casi si tratta di dare una mano a chi lavora e servire meglio chi ha bisogno dell’attività degli uffici pubblici. In tutti questi casi, la tecnologia c’è già, ma mancano, semmai, le regole per applicarlo assicurando il diritto alla privacy».
Proprio l’altro giorno una direttiva in questo senso è stata approvata dal Parlamento europeo. «È la prima al mondo — sottolinea Delladio — L’Unione Europea si presenta al vertice avendo deliberato una direttiva che regola l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. C’è un problema di certificazione dei dati, per l’uso di ChatGpt ci vorrebbe un’avvertenza tipo pacchetto di sigarette, soprattutto per i giovani, che non sempre riescono a capire l’incongruità di certi dati elaborati da questi sistemi. L’intelligenza artificiale è il futuro ma va regolamentata e disciplinata».