L'incontro

lunedì 18 Marzo, 2024

Alessandro Zan e il nuovo libro che racconta chi resiste: «La destra erode i diritti. Giovani, andate a votare per cambiare»

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Stasera (18 marzo) la presentazione alla sala auditorium di via Giusti, a Trento

I cori scomposti, riverberati dagli scranni del centrodestra, a distanza di tempo imbarazzano la storia – già zeppa di caricature – di Palazzo Madama. Era il 27 ottobre 2021 e il disegno di legge contro l’omobitransfobia, il cosiddetto Ddl Zan dal nome del suo primo firmatario, il deputato pd Alessandro Zan, fu affossato «grazie» alla «tagliola» di Lega e Fratelli d’Italia. «Lì s’è giocato sporco», ricorda amaro Zan. E poi? Poi la virata a destra del Paese ha rimescolato l’agenda istituzionale e di diritti si parla poco e niente. Ed è in questa anticamera, tra ciò che si poteva compiere e ciò che non s’intende compiere oggi, che si sfoglia l’ultimo libro del deputato dem, che sarà presentato stasera alle 20.30, alla sala auditorium di via Giusti, a Trento, con il consigliere provinciale del Pd Paolo Zanella. Del resto «E noi splendiamo, invece. L’Italia che esiste e che resiste» (Sperling & Kupfer) cita Pier Paolo Pasolini ed è un invito all’azione, all’impegno. Soprattutto rivolto ai giovani e alle giovani che scelgono di non votare ma che possono, assicura Zan, agire il cambiamento.
Onorevole, andiamo dritti al punto: dal naufragio del suo Ddl al governo di Giorgia Meloni. Che ne è stato dei diritti civili?
«Dopo una approvazione alla Camera con larga maggioranza, al Senato si è giocato sporco. Era cambiato il governo, la maggioranza si è allargata a Lega e Forza Italia e questo ha fatto sì che qualcuno cambiasse gioco nelle trattative. Da lì in poi è arrivata la vittoria della destra-destra che ha definitivamente pregiudicato qualsiasi possibilità di avanzamento dei diritti civili. Una destra sovranista, fan di Orban e di un Paese, l’Ungheria, che non è più una democrazia perché le libertà sono ormai compresse. Il modello di Giorgia Meloni prevede allo stesso modo un sistemico attacco ai diritti, alle famiglie arcobaleno, porta alla precarizzazione. Da quell’applauso orribile al Senato che ha bocciato il Ddl siamo peggiorati».
Esiste la narrazione politica, conservatrice, ed esiste la realtà. Accade anche con la declinazione maschile forzosa della premier, che una qualsiasi ventenne prende a ridere. Come a dire: il Paese corre, la politica arranca. Senta, qual è l’Italia che resiste? Ce la racconta?
«È l’Italia che non si arrende, che non accetta che le libertà siano compresse, che i giovani vengano manganellati e che una volta entrati nel mondo del lavoro debbano subire stage gratuiti; che le donne perdano il diritto ad andare in pensione (Opzione Donna è stata cancellata, ricordiamolo). C’è un pezzo di popolazione che non si arrende a un Paese che si richiude in sè stesso. Questa destra vuole comprimere i diritti per rendere la società controllabile e precaria, lo fa ovunque. Ma a questo popolo che resiste e non si arrende dico che insieme possiamo cambiare le cose. Il 60% dei giovani non vota, sono disillusi ma si impegnano, fanno politica in molti altri modi. Se li conquistiamo e il riportiamo a votare possiamo davvero cambiare le cose, dando una prospettiva al nostro Paese».
Nel libro ricorda un’amica e un’intellettuale che ha smentito i pregiudizi che hanno concorso ad affossare il ddl: Michela Murgia. Scrive: «Non so quanto tempo ci vorrà per arrivare all’approvazione di una legge antidiscriminazione, forse ne servirà ancora un po’, ma so che ci arriveremo, e so che quando ci arriveremo la prima dedica di tante persone sarà per lei. Cosa ci ha lasciato Michela Murgia?
«Michela Murgia distingueva l’uomo etico, che si dà delle regole, rispetto al moralista che giudica, come fa la destra ideologica. Ecco: le leggi non le devono fare i moralisti perché sono leggi esclusive, discriminatorie, e il suo esempio è un esempio anche nella vita privata. Ci ha insegnato infatti il valore inclusivo di una famiglia queer. Questa erosione dei diritti che arriva da Est, e si è diffusa in Europa, può essere fermata. I sovranisti hanno istituzionalizzato lo sgretolamento della democrazia, un modello in franchising dell’intolleranza incentrato sulla creazione di nemici. La paura spinge a votare chi dà soluzioni semplici, ecco perché la sinistra deve intervenire, perché i diritti rendono liberi. Cambiare, ripeto, è possibile».