il processo

martedì 19 Marzo, 2024

Caso Sara Pedri, la ginecologa Mereu sotto accusa: «Nessun maltrattamento da parte mia in reparto»

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Tre ore di deposizione al processo iniziato ieri mattina: «Dopo la scomparsa della collega mi sono sentita accerchiata»

«Non c’è stato alcun comportamento vessatorio da parte mia in reparto, detto che nessuno mi aveva mai contestato nulla a tal proposito. Tutto è scoppiato dopo il caso della ginecologa Sara Pedri e allora mi sono sentita accerchiata da alcune colleghe. Se ho colpito la Pedri con un ferro chirurgico durante i parti? Mai successo, ci sono anche dei testimoni, detto che lei stessa, come è emerso dai suoi messaggi, aveva ammesso di aver fatto degli errori dandomi ragione. Quanto al mio ruolo al Santa Chiara, non ero la vice dell’allora primario Saverio Tateo: è una figura che non esiste. Con lui c’era un rapporto di colleganza e amicizia che non ha influito sul mio comportamento in reparto». Questo, in sintesi, quanto avrebbe riferito ieri in udienza, nel corso di tre ore e mezzo di esame a porte chiuse, la dottoressa Liliana Mereu, che si trova a difendersi dall’accusa di maltrattamenti a ostetricia e ginecologia del Santa Chiara, in concorso con l’ex primario Tateo che era stato messo alla porta dall’Apss (licenziamento, questo, dichiarato illegittimo dal giudice del lavoro). E proprio Tateo, a sua volta presente in aula, verrà interrogato nella prossima udienza.
La ricostruzione dell’imputata
«Abbiamo chiesto che la nostra assistita potesse dare finalmente la propria ricostruzione dei fatti, documentandoli, fornendo una spiegazione fattuale, smentendo così su tutta la linea quanto contestato» fa sapere l’avvocato Franco Rossi Galante che assieme all’avvocato Mario Murgo assiste la professoressa, ora in servizio a Catania. Il camice bianco, insomma, ha respinto con forza le accuse, smentendole punto su punto, rispondendo in modo compiuto nel corso dell’interrogatorio, dando una lettura dei fatti diversa da quanto contestato: «Nessun comportamento vessatorio da parte mia, nessun maltrattamento, non ho spinto o colpito colleghe durante gli interventi — avrebbe chiarito — Mi è capitato di spostare le mani della collega durante un parto cesareo perché mi impedivano di vedere dove doveva tagliare, non l’ho detto perché la partoriente era sveglia e l’avrei allarmata ma non c’è stato nulla di offensivo né vessatorio. Così con Pedri, mai successo che l’abbia colpita o umiliata, lo possono attestare strumentista e infermiera presenti ai parti. Lei stessa a familiari e amici ha scritto di essere stata reindirizzata dalla sottoscritta, dandomi ragione».
E, ancora, «ho agito per il corretto funzionamento del reparto» avrebbe insistito Mereu che è tornata a chiedere di essere processata con rito abbreviato (stessa istanza avanzata anche ieri da Tateo). Rito, questo, che concede lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna.
Le undici parti civili
L’udienza davanti al gup Marco Tamburrino si è aperta attorno alle 9.30 ma Mereu ha iniziato a rispondere alle domande di avvocati e magistrati solo attorno alle 13. Il giudice si era infatti ritirato per un paio di ore per decidere sull’ammissione — che poi ha accolto parzialmente — di indagini suppletive depositate dalla pm Maria Colpani in cui erano confluiti anche atti delle difese di parti civili. Che, va ricordato, sono 11 in tutto e hanno sollecitato risarcimenti per 1,2 milioni di euro totali. Sono la mamma di Sara Pedri, curatrice della ginecologa forlivese di 31 anni che risulta scomparsa dal 4 marzo 2021, l’azienda sanitaria, il sindacato Fenalt, sette dottoresse assistite dall’avvocato Andrea de Bertolini e un’ulteriore dottoressa (avvocato Giovanni Pesce).
Le contestazioni della Procura
Per la Procura quelli che avvenivano in reparto erano veri e propri maltrattamenti. Messi in atto in modo continuativo e in concorso da parte dei due medici. Concretizzati — è l’accusa — attraverso ingiurie, umiliazioni, ma anche percosse, atteggiamenti inquisitori e minacce di sanzioni disciplinari. Abbastanza per innescare di giorno in giorno una condizione di stress e paura nel personale infermieristico, medico ed ostetrico. Tutte accuse che ieri Mereu, nel corso dell’esame fiume, ha respinto al mittente. Il mese prossimo toccherà a Tateo.