cronaca
martedì 19 Marzo, 2024
di Redazione
Momenti di paura sulle montagne di Peio dove sabato scorso, ad oltre 2300 metri sul livello del mare, una ragazza di 26 anni, che stava trascorrendo una giornata sulla neve insieme ad un’amica, mentre si trovava sulla sponda del laghetto di Doss dei Cembri, a causa della rottura del ghiaccio sotto i piedi, è caduta nelle acque gelide in un punto del lago profondo quasi due metri.
Fortunatamente, si è trovato a passare nelle vicinanze, libero dal servizio, un soccorritore dipendente delle funivie del comprensorio sciistico di Pejo il quale, attirato dalle urla di aiuto, immediatamente ha lanciato l’allarme alla società che gestisce gli impianti di risalita e, subito dopo, è intervenuto procurandosi una pala con cui, avvicinatosi con prudenza al punto più prossimo alla donna ed allungandogliela dalla parte del manico, è riuscito a darle un appiglio per tenersi a galla. Tempestivamente, è intervenuta anche una pattuglia di Carabinieri sciatori della locale Stazione di Cogolo che, allertati dal sistema di soccorso del comprensorio, trovandosi in zona, sono giunti pochi istanti dopo raggiungendo, con la dovuta prudenza, il soccorritore ed aiutandolo, facendo attenzione a non rompere lo strato di ghiaccio a causa del proprio peso, a tirare fuori dall’acqua la ragazza aggrappata alla pala.
Bagnata fradicia e in fase di assideramento, la povera donna è stata subito riscaldata facendole indossare una giacca da sciatore di uno dei Carabinieri, nonché portata nel vicino rifugio dove ha potuto asciugarsi e rifocillarsi con una bevanda calda, ringraziando di cuore il soccorritore e i militari intervenuti per salvarla.
Anche se in alta quota, si raccomanda sempre prudenza, anche perché le temperature medie, in questo periodo, sono più alte, aumentando i relativi rischi e, soprattutto, il pericolo di valanghe, tant’è che i Carabinieri sciatori della Stazione di Cogolo, impegnati nei servizi di vigilanza sulle piste del comprensorio di Peio, hanno dovuto sanzionare negli ultimi giorni ben 5 “freeriders”, 3 scialpinisti colti a risalire una pista chiusa per pericolo slavine, più uno sciatore ed uno snowboardista intenti a scendere lungo altre due piste che erano state anch’esse chiuse, con tanto di segnaletica, a causa del forte rischio di valanghe.
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