L'inchiesta

giovedì 21 Marzo, 2024

La denuncia choc di una ragazza: «Il compagno di mamma mi ha stuprata, avevo 13 anni»

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L’audizione protetta della ragazza: «Quando avevo 13 anni si è infilato nel mio letto». Quarantenne di Trento, dipendente pubblico, indagato per violenza sessuale su minore e maltrattamenti in famiglia (questi anche verso l’ex)

Per anni si sarebbe tenuta dentro quel terribile segreto. Non se la sarebbe sentita di confessare alla madre che il compagno di lei l’aveva stuprata. In almeno due occasioni. A fine 2020, quando aveva 13 anni. L’uomo si era intrufolato nella sua cameretta e si era infilato nel suo letto, violentandola, senza che lei avesse potuto impedirglielo. Almeno secondo la versione della ragazza, una studentessa oggi ancora minorenne, che ha fatto l’agghiacciante confidenza alla madre solo nel 2023. E cioè quando questa, esasperata dal comportamento del convivente, dalle sue continue vessazioni, non senza aggressioni, ha deciso di denunciarlo. Per maltrattamenti in famiglia. Solo allora l’adolescente ha confidato quanto avrebbe subito dal patrigno che abitava in casa con loro. E di recente la ragazza, oggi di 17 anni, l’ha ribadito anche allo psicologo, nel corso dell’audizione protetta chiesta dalla Procura, effettuata nella forma dell’incidente probatorio, così da cristallizzare la versione della giovane. Oltre due ore di racconto su fatti ed episodi avvenuti negli anni scorsi nel contesto domestico: ricordi dolorosi ancora molto nitidi nella studentessa, che ha mostrato ancora grande turbamento per gli abusi che avrebbe subito, tanto da lasciarsi andare alle lacrime durante la sua testimonianza, resa in tribunale, anche alla presenza degli avvocati.
La denuncia, il fascicolo aperto
Un passaggio fondamentale, questo, nell’inchiesta aperta dalla Procura dopo la denuncia, depositata nel 2023, dalla madre della giovane. Il suo ex, un quarantenne dipendente pubblico, con cui anni fa era arrivata a Trento dal loro Paese d’origine, dall’Est Europa, l’uomo da cui poi qui ha avuto due figli, si trova infatti iscritto sul registro degli indagati. Le accuse, riportate sulla copertina del fascicolo — contestazioni che lui respinge — sono pesantissime. E cioè violenza sessuale su minori e maltrattamenti in famiglia. Quest’ultima ipotesi, per la Procura, sarebbe stata messa in atto sia nei confronti dell’allora convivente sia verso la figlia di quest’ultima. Frasi denigratorie, atteggiamenti vessatori quasi all’ordine del giorno tra le mura domestiche, ma anche aggressioni alla donna adulta (ma le lesioni denunciate dalla parte offesa non sono state refertate). E poi quella libertà — diventata ormai un’abitudine per l’uomo a detta della diciassettenne — di cercare un contatto fisico e di allungare le mani in diverse occasioni, cercando di far passare «toccatine», palpeggiamenti e strusciamenti, come qualcosa di innocente, spesso giocoso, accompagnato anche da battute per cercare di mascherare quei gesti come qualcosa di scherzoso. Ma così non era affatto. Erano solo atteggiamenti morbosi che creavano grande disagio e stress alla giovane presa di mira.
Due ore di testimonianza
Lo ha raccontato la ragazza stessa, che la settimana scorsa ha spiegato compiutamente quanto subito dal patrigno allo psicologo incaricato dal pm che ha raccolto anche altre testimonianze e che a breve potrebbe anche chiudere le indagini preliminari.
«Mi ha violentata in due occasioni, nel mio letto, in camera, senza che potessi oppormi» avrebbe riferito, ancora scossa, la giovane. Un’accusa che pesa come un macigno per l’uomo che, dopo la denuncia dell’allora convivente per maltrattamenti, ha lasciato la casa dove vivono anche i due suoi figli.