L'attacco in Russia
venerdì 22 Marzo, 2024
di Sara Alouani
Il sedicente Stato Islamico ha rivendicato, via Telegram, l’attacco nella sala da concerti Crocus City Hall, a nordovest di Mosca, che ha provocato almeno 60 morti e oltre 145 feriti.
Nella rivendicazione, citata dal Guardian, si legge che i “combattenti dello Stato Islamico hanno attaccato un grande raduno di cristiani nella città di Krasnogorsk, alla periferia della capitale russa, Mosca, uccidendo e ferendone centinaia e causando grande distruzione nel luogo prima che tornassero sani e salvi alle loro basi”. Ad operare sarebbero stati quattro uomini, in tenuta militare, che sono poi riusciti a darsi alla fuga.
Il New York Times riferisce invece che l’ambasciata Usa a Mosca il 7 marzo aveva lanciato un’allerta e che il suo personale stava “monitorando” le informazioni relative a “piani imminenti” da parte di gruppi “estremisti” per attacchi in luoghi di ritrovo a Mosca, “compresi i concerti”. Nell’allerta, l’ambasciata avvertiva gli americani che l’attacco sarebbe potuto avvenire nelle successive 48 ore. Secondo fonti del Nyt, l’allerta lanciata dall’ambasciata Usa il 7 marzo è collegata all’attacco di venerdì.
“Il crudele attentato terroristico consumato a Mosca invoca la più ferma condanna. Orrore ed esecrazione debbono accompagnare la violenza contro tutte le innocenti vittime civili. Combattere ogni forma di terrorismo deve essere un impegno comune a tutta la comunità internazionale”. Così il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella è intervenuto sull’attentato di Mosca.